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giovedì 8 ottobre 2020

Alluvione Ceva 2 - 3 Ottobre 2020

Sembra ieri che scrivevo questo articolo 

https://storieefoto.blogspot.com/2019/11/25-anni-dallalluvione-del-1994.html

http://storieefoto.blogspot.com/2016/11/alluvione-2016-val-corsaglia-e-mondovi.html

e sono nuovamente a raccontarvi la storia di un'altra alluvione.

Questa volta metto anche un breve filmato per chi non avesse voglia di leggere. Lo trovate sulla pagina ufficiale di Storie e Foto.


Come avrete sicuramente sentito da TG nazionali nella giornata del 2 Ottobre 2020 la tempesta Alex ha scaricato sul sud della Francia, in particolar modo sulla Val Roja, e sul basso Piemonte una quantità d'acqua che ha battuto tutti i record storici misurati.

La cosa incredibile di quest'evento è stata la velocità dell'evento. Guardando i dati delle stazioni di misurazione sul Tanaro il fiume è uscito dai livelli di guardia, ha raggiunto un massimo mai toccato ed è tornato nei livelli di sicurezza nel giro di 9 ore.

L'alluvione del 1994, che aveva causato danni simili, era stata provocata da 3 giorni di piogge incessanti su tutto il bacino della Val Tanaro ed oltre.


Come potete vedere dal grafico in questo caso l'evento è stato una vera e propria bomba d'acqua concentrata sull'alta Val Tanaro e sulle adiacenti Val Roja, Val Corsaglia e Casotto e Val Vermenagna. Altrove la gente non si è quasi accorta di cosa era accaduto.

Io stesso avevo letto l'allerta lanciata da un amico geologo che diceva come i valori pluviometrici fossero saliti in maniera improvvisa a 350 mm di pioggia (diventeranno quasi 600 mm in 24 ore) ma, dopo aver guardato la stazione meteo di Ceva, sono andato a dormire tranquillo vedendo il Tanaro agitato ma non pericoloso.

Al mattino mi sveglio e un collega cebano mi chiama avvisandomi del disastro.

Mi son recato subito a Ceva, c'era il sole ed in effetti fino a qualche km prima del centro abitato sembrava una normale giornata di autunno con le rondini pronte a partire e gli sciami di formiche nei prati.

Arrivato nei laboratori della nostra scuola e nella sede amministrativa il disastro era immane. Ovunque fango e distruzione.

Vi lascio alle immagini che valgono più di mille parole. 

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Alluvione 3 ottobre 2020 ceva

Icredibilmente non ci sono stati morti quindi qualcosa di buono negli anni è stato fatto.

Ora è il momento della ripartenza, ma credo sia ora di iniziare a ragionare in modo diverso.

E' inutile continuare a spendere soldi pubblici in paliativi che non risolvono il problema. Purtroppo aggiustare il distrutto non farà altro che far spendere più soldi in futuro. Se lo si farà andranno anche previste strutture che permettano di non avere danni enormi che l'economia moderna non può più sostenere.

Sento troppa gente dire che, una volta si pulivano i fiumi e che bisognerebbe lasciar dragare o altre cose di questo genere.

Prima di tutto dobbiamo fare una distintinzione tra fiumi e torrenti.

In pianura, dove la pendenza dell'alveo e la velocità dell'acqua diminuiscono, devono avere degli spazi in cui espandersi in caso di piena improvvisa (e le piene saranno sempre più forti ed improvvise con questi regimi di precipitazione). Queste casse d'espansione portano via terreno utile e spazi ai privati. Ma nella parte alta dei bacini (vedi Limone, Tenda, Ormea, ecc.) i corsi d'acqua non possono avere casse di espansione per evidenti motivi orografici e quindi dovrebbero essere regimati. Una volta venivano costruite le briglie come vedete nella foto sottostante postata su Facebook da Paolo Salsotto del Corpo Forestale dello Stato.


Queste opere però vanno mantenute e gestite costantemente, non si può pensare di abbandonarle a loro stesse. In questo caso ecco che diventa sensata la frase "una volta pulivano i fiumi ecc ecc...".

Se invece la cosa vuole essere andiamo tutti a prendere della legna e della sabbia nel fiume le cose non tornano.

Se da un lato è vero che togliere i detriti dai fiumi e abbassarne il livello in prossimità dei ponti può dare un aiuto sulle piccole piene di stagione, dall'altro ci dobbiamo mettere in testa che quando il fiume esonda occupa spazi enormi e in quel momento porta via boschi interi che non si può abbattere. Togliere le piante dagli argini non fa altro che indebolirli creando ancora più problemi durante le piene stagionali, in montagna invece, togliere sabbia o terra dall'alveo ne aumenta l'inclinazione, e sappiamo tutti che i torrenti vanno frenati non accellerati.

In conclusione credo sia ora di ridare ai fiumi i loro spazi e che certe zone antropizzate andrebbero spostate.

Facile a dirsi ma difficile a farsi se non quasi impossibile.

Quest'immagine del prima e dopo su due tratti della Roja lo fa capire benissimo. 

Se volete approfondire vi lascio questo link.

https://apps.sentinel-hub.com/sentinel-playground/?source=S2&lat=44.112239974004645&lng=7.29766845703125&zoom=11&preset=null&layers=B01,B02,B03&maxcc=91&gain=1.0&gamma=1.0&time=2020-04-01%7C2020-10-03&atmFilter=&showDates=false



Dal sito sopra avevo tratto quest'immagine che vi fa capire l'estensione della chiazza causata dalla Roja quando sfocia nel Mar Mediterraneo.

Immaginate quanta terra e detriti son stati trascinati a valle.