All'epoca avevo 12 anni e mi ricordo ancora bene cosa accadde.
Pioveva già dal mattino, o forse dal giorno prima, ma fu nel pomeriggio che iniziai a capire di essere di fronte ad un evento eccezionale. Ero a casa e giocavo col Sega Mega Drive assieme al mio amico di infanzia. Di colpo la via sotto il condominio in cui vivevo si trasformò in un vero e proprio torrente con tanto di pietre, fango e rami trasportati a valle.
Noi, neanche adolescenti, rimanemmo stupiti dalla cosa e allo stesso tempo ammiravamo la potenza della natura.
Solo nei giorni a seguire capimmo quanta acqua era scesa e quali danni avevano causato le inondazioni dei fiumi Tanaro, Corsaglia e Ellero.
La valle più colpita fu sicuramente la Val Tanaro, che per la sua forma orografica ad arco raccoglie le acque di un territorio vastissimo. A Ceva un ponte, su cui si incastrarono diversi tronchi, fece da diga e mezza città venne allagata.
Al mio paese natio, San Michele Mondovì la situazione fu meno critica ma il Corsaglia distrusse ponti, e distrusse completamente l'area sportiva. Ci furono frane lungo varie strade e alcune famiglie vennero evaquate per periocolo di smottamenti.
Quando l'emergenza rientrò obbligai mia madre a portarmi in giro e, nonostante non sapessi ancora cosa fosse una macchina fotografica, feci qualche scatto con una vecchia macchinetta Yashica.
Eccoli qua.
Scatti di un ragazzino di 12 anni.
I giardinetti dove giocavamo tutti i pomeriggi, ancora oggi meta di molti giovanotti del paese.
Il ponte nei pressi del quale avvenne la battaglia napoleonica del 1796 vicino la Poli Sportiva.
La strada che portava agli impianti sportivi di San Michele Mondovì
Cosa rimaneva del campo sportivo, 10 metri vennero asportati, la porta verso il fiume venne ritrovata nel comune di Niella Tanaro qualche chilometro a valle.
Il parcheggio degli impianti sportivi.
Dai lampioni erano presenti due campi da tennis, uno dei due aveva un muro per potercisi allenare anche in solitaria.
Nei mesi seguenti si mise in moto tutta la macchina dei soccorsi. Da tutt'Italia arrivarono aiuti. Arrivarono militari e volontari e tutto venne sistemato.
Io ricordo due cose di quel periodo:
- Un invito da parte di un parco acquatico del milanese presso cui passammo una giornata completamente spesata assieme alle nostre famiglie nell'estate seguente.
- Un gigantesco elicottero a doppia elica dell'esercito. Venne impiegato per portare in Val Casotto degli enormi tubi in metallo.
Credo si trattasse di un Boeing CH-47 Chinook.
Ricordo che andai a vedere un viaggio di questo bestione in bicicletta, alzo pezzi di legno e polvere a decine di metri di distanza. Si fermava e riforniva nel piazzale di una locale industria chimica del legno, l'attuale Silva Team.
Sullo sfondo si vedono i tubi, si capiscono le dimensioni confrontandoli col camion cisterna che è pure più vicino.
Giusto due dati dell'alluvione del 1994.
Dopo 3 giorni di piogge continue (oltre 600 mm in 48 ore) il Tanaro crebbe a livelli spaventosi. Un'onda di piena si formò il giorno 5 novembre a Ormea e, correndo verso valle, devastò con furia inaudita tutto il suo corso e le decine di centri abitati lungo le sue sponde sino a giungere presso la confluenza nel Po alle prime ore del giorno 7 novembre.
Durante l'evento alluvionale il Tanaro toccò valori di portata record mai raggiunti nel secolo:
- all'idrometro di Farigliano il fiume sfiorò l'eccezionale altezza di 9 metri (ben 3 metri oltre il precedente livello storico) con una portata di 3.400 m³/s.;
- ad Alba, Asti e Alessandria l'ampiezza della piena fu compresa tra i 4.000 e 4.200 m³/s;
- all'idrometro di Montecastello, pochi km prima della confluenza nel Po, il Tanaro sfiorò i 5.000 m³/s con 8,50 m di livello idrometrico.
Particolarmente sconvolto dall'evento alluvionale risultò tutto il tratto compreso tra il comune di Ceva e la confluenza con la Stura di Demonte presso Cherasco, dove il Tanaro distrusse quasi totalmente la maggior parte dei manufatti civili presenti (abitazioni, ponti, strade, ecc…), mutando anche per ampi tratti in modo definitivo la fisionomia del suo letto e del fondovalle.
In tutto si contarono 70 morti, 500 feriti e 2226 sfollati.
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