Ecco qui il video dell'unboxing e del restauro conservativo che ho cercato di fare.
Si tratta di un cappello da truppa trasformato per i gradi superiori appartenuto ad un reduce del primo reggimento alpini.
Probabilmente appartenuto al battaglione Ceva, data la prensenza della nappina bianca, e nello specifico alla 5° compagnia.
La medaglia che lo testimonia ad oggi non si è mai vista, o almeno per me è stato così e sui vari gruppi di appassionati alla faleristica non si sa molto della sua esistenza.
Su di essa al fronte si può leggere "5° compagnia alpina" con l'immagine di quattro militari in marcia, sullo sfondo un monte stilizzato, al retro il motto "Di lotte e di ardimenti non mai l'anima è sazia" con un contorno di stelle alpine chiuse da un fascio in basso e il punzone 800 dell'argento ed in alto due sci incrociati con una picozza.
Il cappello è stato trovato in una casa di Roma da una ditta di pulizie incaricata di svuotarla.
Il propietario, da cosa son riuscito a sapere, era un qualche funzionario del WWF o di qualche associazione dedita alla salvaguardia dell'ambiente che si trasferì in Africa senza mai fare ritorno.
Probabilmente fu uno dei pochi a tornare dalla campagna di Russia considerando le tristi sorti di tutti i battaglioni appartenuti alla Cuneense.
I suoi averi rimasero quindi chiusi in quella casa fino ad oggi, compreso il suo cappello da reduce.
E' stato un evento più unico che raro trovare un cimelio della seconda guerra mondiale intoccato e di prima mano.
A livello di pulizia vi spiego brevemente le fasi a cui ho sottoposto il cappello per stabilizzarlo e lasciarlo il più possibile intoccato.
Per prima cosa ha passato una settimana in freezer per bloccare le tarme adulte, poi è stato un'altra settimana in una borsa ermetica con antitarme e insetticida per fermare eventuali uova.
A quel punto dopo una bella asciugata l'ho spolverato con un pennello e con l'aria compressa soffiata dall'interno.
Infine ho pulito la medaglietta con acetone prestando attenzione a non rovinare il cappello.
Sistemato con spilli la fascia che è la parte più rovinata.
Ero indeciso sul provare a risistemare la penna, ma alla fine ho deciso di lasciarla come è stata trovata.
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