Roburent è un piccolo comune montano della bassa provincia di Cuneo. E' famoso per la sua caratteristica torre saracena e per le località sciistiche delle vicine frazioni San Giacomo e Cardini.
Qui è ritratto in una cartolina di inizio '900.
Le origini del nome sono oscure, alcuni attribuiscono una derivazione dal latino per indicare la robustezza degli abitanti, rappresentata anche nello stemma comunale che ritra un giovane nell'atto di domare un un toro.
Altri attribuiscono il nome al brusio causato dal torrente Roburentello che scorre subito sotto il paese. In antiche fonti è infatti citato come Rivo Bruzenti, si suppone si sia lentamente evoluto in Rivuo Bruzenti, quindi in Rivuobrugente, Rivobruzzente, Rioburente fino all'attuale Roburent.
Pochi sanno però che, lungo il corso del Roburentello, esiste un antico ponte ormai in disuso noto come il "ponte romano".
Si trova sul tracciato dell'antica via del sale ai piedi della borgata Roà Marenca frazione di Montaldo in località Cava di Gneis - Pradera.
E' costituito da un arco di pietre perfettamente disposte che hanno resististito alle intemperie di diversi secoli, ma le ultime alluvioni e la mancanza totale di manutenzione ne stanno compromettendo la stabilità.
E' difficile da raggiungere non essendoci un sentiero che lo avvicini, l'unica via possibile è percorrere il corso del torrente muniti di robusti scarponcini o stivali.
La stagione migliore per raggiungerlo è l'inverno cercando di arrivarci da monte, a valle purtroppo il ghiaccio potrebbe rendervi la vita difficile.
Inoltre in estate la vegetazione lo nasconde quasi completamente.
Nei dintorni del ponte si riesce ancora a scorgere il tracciato dell'antica via scavata nella roccia da un lato e sorretta da muretti di pietre dall'altro lato del fiume. Sono inoltre presenti alcune pietre sagomate che probabilmente facevano parte di qualche altra struttura.
A discapito del nome il ponte è probabilmente di origine medievale essendo molto simile a quello citato da Egle Micheletto e Marica Venturino Gambari nel loro monografia "Montaldo di Mondovì. Un insediamento protostorico. Un castello." edita nel 1991 che attraversa il Corsaglia nella vicina valle.
Sicuramente la romanizzazione della zona avvenne molto tardi e non continuativamente quindi è probabile che esistesse già un ponte su cui ne venne poi edificato uno nuovo nel medioevo.
Io ho provato a fotografarlo due volte ma entrambe le volte non sono riuscito a fare un buon lavoro.
Queste sono immagini che risalgono al 2017, ci passai per caso e avevo solo il cellulare.
Come potete vedere il bastione a destra è quasi stato demolito dalle ultime piene, se l'acqua riuscirà ad infilarsi dietro non ci sarà scampo per il ponte che crollerà.
Qui vedere la traccia del vecchio sentiero scavata nella roccia.
Questa una delle pietre scavate che si trovano poco più a monte del ponte, spero siano ancora visibili, essendo a pelo d'acqua non è escluso che le piene le abbiano ricoperte.
Bisogna ringraziare la pianta che ha protetto il lato sinistro del ponte dalle piene.
Ho provato a raggiungere il ponte quest'inverno, ma non mi sono potuto avvicinare troppo causa impossibilità ad attraversare il ruscello.
Avevo la Canon nello zaino e non volevo rischiare di finire a bagno, così il cielo lattiginoso non ha permesso un grande scatto. In ogni caso rende bene l'idea dell'ambiente incontaminato in cui si trova il ponte.
Un articolo di Alessandro Borgotallo su "Provincia Granda" del 7 Giugno 2017
Storie e Foto blog personale di Claudio Galli. In questo blog si parlerà principalmente di storia locale del cuneese dal racconto di semplici storie al restauro di piccoli oggetti e collezionismo, passando per la fotografia. Spero di fare cosa gradita condividendo quel poco che so o che ogni tanto cerco di inventarmi. PS: se poi farete anche un click su una delle pubblicità a fianco per voi sarà un secondo e per me un piccolo aiuto.
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