Il 23 Marzo 2018 infatti cade esattamente 1000 anni dopo la prima traccia scritta della parola Mondovì.
Il contest si è svolto come una gara di selfie che i partecipanti dovevano andare a scattare in luoghi legati ad un fatto storico della città.
La gara è durata 12 giorni, ogni mattina sui due gruppi Facebook venivano pubblicati un rebus e una domanda storica che, una volta risolti, portavano a capire dove ci si doveva recare.
I dodici quiz hanno permesso di riscoprire avvenimenti del nostro passato che hanno fatto grande Mondovì.
Non dimentichiamo che Mondovì nel 1600 contava circa 25000 abitanti mentre Torino era ferma a 6000.
I punteggi venivano assegnati nel seguente modo, 1 punto per il rebus, 1 per il quiz e 3 per il selfie nel luogo corretto.
Queste le dodici domande con un breve cenno storico agli eventi a cui fan riferimento.
Il primo rebus portava alla soluzione "Casa dei cubotti". Per un monregalese i cubotti sono famosi perché venuti alla cronaca dopo il restyling di Mondovì Piazza qualche anno fa. Per risistemare Piazza Maggiore, attorno alla quale si sviluppò il primo insediamento monregalese, venne rifatta la pavimentazione e vennero usati dei cubi di pietra per delimitare la carreggiata. Il problema fu che erano troppo bassi e guidando, si correva il rischio di sbatterci contro senza vederli. Nacque tutta una polemica in paese che portò alla decisione di rialzarli. La domanda fa riferimento ai Terzieri che erano gli antichi tre insediamenti che diedero origine a Mondovì.
La seconda domanda portava come risposta alla prima campana che venne issata sulla torre civica di Mondovì. Vi avevo parlato del belvedere nella storia Un'antica impronta al Belvedere.
Il rebus invece indicava il "Parco del tempo" che attualmente è la zona intorno alla Torre Civica in cui sono installate alcune meridiane di varie forme.
Il terzo rebus era abbastanza facile e aveva come soluzione "Palazzo di città", proprio all'ultimo piano di questo edificio risiede l'Archivio Storico di Mondovì. Ho avuto la fortuna di visitarlo l'anno scorso e ho potuto ammirare lo statuto citato nella domanda che ebbe questa "vita spericolata" prima di tornare a Mondovì.
Consiglio a tutti una visita perché all'interno dell'archivio è presente anche uno dei primi catasti della città e alcuni pezzi di pregio di origine medievale.
Il rebus del 4 giorno è stato carino e portava alla soluzione "Ore di greco", ragionando sulla domanda non si poteva far altro che pensare ai Licei.
Proprio l'anno scorso, mentre si svolgevano i lavori per dotare il liceo scientifico di un ascensore, si scavò nel vecchio chiostro e vennero ritrovate le fondamenta della chiesa del vecchio Monastero di Nostra Donna.
Il quinto giorno è quello che ha fatto un po' la differenza tra i partecipanti.
La risposta del rebus era banale, è un Savoiardo e la soluzione al quiz di conseguenza faceva pensare al Duca Emanuele Filiberto.
Nello specifico avevo letto da poco come venivamo descritti, ma non ricordavo esattamente in quale contesto. Feci qualche veloce ricerca in internet e ritrovai il libro in questione che era coevo all'epoca in cui visse Emanuele Filiberto. Infatti un suo ambasciatore in terra monregalese ci descriveva inclini all'uso delle armi perché costantemente in lotta coi Fossanesi, pronti a menar le mani, insolenti, fastidiosi e indisciplinati.
Ecco il link andate a pagina 130, Relazione degli Ambasciatori.
In quel periodo Mondovì era un po' tumultuosa e il Duca doveva capire come calmare le acque. Cercò di farlo con la forza e per darne evidenza fece costruire la cittadella che ancora oggi sorge sulla sommità più alta della città.
Credo molti abbiano cercato di andare a fare il selfie davanti una statua di un Savoia, ma in Mondovì non ce ne sono e non ce ne sono mai state proprio perché la città da sempre ha cercato di autogovernarsi e di essere libera.
Il rebus del sesto giorno era carino e come per tutti gli altri ho dovuto ringraziare la suocera che me l'ha risolto.
La soluzione era "Torchi sporchi d'inchiostro".
Anche la domanda era abbastanza facile infatti Mondovì è famosa per essere uno dei luoghi italiani dove s'iniziò a stampare libri con la tecnica dei caratteri mobili di Gutenberg. Fu sede anche di una delle più antiche università italiane, ma con la risposta del rebus non si poteva sbagliare.
Il selfie l'ho fatto davanti alla sede del Museo Civico della Stampa che raccoglie e tiene in funzione delle vecchie macchine tipografiche. Qui trovate il collegamento alla pagina web del comune.
La soluzione del rebus è "Oro bianco".
La domanda in un certo senso è collegata alla alla domanda del 5° giorno infatti a metà del 1600 nel monregalese si svolsero le famose guerre del sale.
Gli abitanti di Mondovì vantavano antichi diritti sul commercio di sale con la liguria sul quale non erano tenuti a pagare le tasse ai Savoia. Alla casa regnate questa cosa non andava più bene e cercò di obbligare i monregalesi che si ribellarono ed iniziarono cruenti scontri.
Le guerre vennero sedate nel sangue e molti abitanti vennero addirittura estirpati dalle loro terre e messi a lavorare nelle terre insalubri di Novara e Vercelli.
"D'origine umbra" è la soluzione al rebus che porta alla chiesa di santa Chiara. Non ci sono mai entrato ma sicuramente meriterebbe una visita. Purtroppo da anni è chiusa e usata come un magazzino.
Anche qui vi rimando alla pagina del comune.
Ci stiamo avvicinando alla fine e anche oggi sono arrivato alla soluzione risolvendo il rebus (il merito va alla suocera).
Purtroppo non sapevo delle due stanze con arredamento cinese presenti a Mondovì.
Il rebus risolto è "Per andare alla torre" e quindi credo le stanze siano nel Vescovado che si trova poco sotto i giardini della Torre civica.
La diocesi di Mondovì fu eretta da papa Urbano VI con la bolla Salvator Noster data a Perugia l'8 giugno 1388, a seguito di una petizione presentata al Papa dalla Città a dal marchese Teodoro II del Monferrato. Ciò avvenne durante lo Scisma d'occidente, e la promozione di Mondovì a sede vescovile potrebbe essere stata concessa, anche per la fedeltà di Mondovì al legittimo papa di Roma, mentre la diocesi madre di Asti era passata all'obbedienza dell'antipapa francese. Tuttavia il vescovo di Asti conservò per alcuni secoli il diritto di elezione del vescovo di Mondovì.
Nel vescovado è presente la sala delle lauree in cui ancora oggi vengono nominati dottori i laureati della sede dicentrata del Politecnico di Torino.
Il decimo giorno mi ha messo in crisi, sapevo che Mondovì fosse una delle città in cui si sviluppò la cultura della ceramica. Le mie conoscenze però erano e sono molto generiche.
La soluzione del rebus è "Vecchio palazzetto" il che mi ha fatto pensare alla risposta Borgato.
Quando frequentavo l'ITIS, che si trova in quel rione di Mondovì, sovente ci dicevano che l'edificio, un tempo, era una fabbrica di ceramica inoltre neanche a farlo apposta la palestra dell'istituto l'abbiamo sempre chiamata palazzetto.
Facendo un po' di ricerche però le cose non quadravano infatti sul sito del museo della ceramica, di cui vi lascio il link, si trova:
"Nel 1805 il medico Francesco Perotti (1775-1853), in collaborazione con i mastri Giovanni Maria Tomba di Udine e Benedetto Musso di Savona, riuscì a utilizzare l'argilla monregalese (in località Merlo e a Vicoforte) per realizzare nella sua fabbrica, aperta in un fienile del borgo Rinchiuso, un prodotto di ideazione inglese, all'epoca assai alla moda e molto avanzato per qualità tecnologiche ed estetiche: la terraglia tenera."
e
"La prima fabbrica di terraglia tenera del distretto monregalese fu, nel 1805, un piccolo fienile in via Gherbiana, nel quartiere Rinchiuso di Mondovì, di proprietà del medico Francesco Perotti. Era composto di tre locali, di cui uno destinato al forno, che era a due piani: uno per la cottura dei pezzi crudi ed uno dei pezzi in biscotto. All'esterno, nel giardino attiguo, c’erano le fosse per la lavorazione e la stagionatura dell’argilla. Una seconda fabbrica fu presto attivata (1807) poco lontano, nell'edificio detto “Il Convento”, adiacente alla chiesa parrocchiale di Mondovì Borgato, in cui furono trasferiti gli attrezzi della fabbrica di Perotti."
La distanza tra la chiesa del Borgato e il palazzetto dell'ITIS è poca, ma sono tutto tranne che adiacenti, inoltre non avevo mai sentito che ci fosse un convento durante la mia permanenza nell'istituto.
La chiesa dal 1800 ad oggi non ha cambiato posizione e quindi la fabbrica doveva essere attaccata alla chiesa.
Facendo qualche ricerca sulla chiesa di Maria Vergine Assunta si trova che effettivamente era adiacente ad un monastero delle Agostiniane soppresso nel 1583.
Penultimo giorno di gara; oggi la domanda è abbastanza facile e porta come soluzione alla Funicolare.
Anche il rebus, che ha risposta "Biglietto per La Missione", da un indizio inequivocabile.
La Missione per un monregalese è la chiesa di San Francesco Saverio che si trova in Piazza Maggiore nella parte alta della città.
A Mondovì esiste, dal 1886, un servizio di trasporto pubblico tra il centro cittadino di Breo e il rione Piazza che si trova circa 130 metri più in alto.
Oggi è un'opera di moderna ingegneria e design firmata Giugiaro, ma all'epoca fu un'idea di alta tecnologia.
Il funzionamento delle due carrozze si basava sul principio del contrappeso. Sotto ogni carrozza era presente una vasca che veniva riempita d'acqua nella stazione a monte e svuotata a valle, così facendo la carrozza che scendeva era sempre più pesante di quella in salita che veniva trascinata senza uso di energia elettrica o termica.
La funicolare venne elettrificata nel 1923, tutto andò avanti fino al 1975 quando la licenza alla ditta che la gestiva arrivò a scadenza, l'attività venne giudicata non remunerativa e nessuno subentrò. Le carrozze rimasero abbandonate fino agli anni 2000 quando in comune si iniziò a sentire aria di novità. Iniziarono i bandi, le richieste di finanziamento e i progetti, nel 2006 la funicolare finalmente riaprì i battenti. Oggi è un simbolo per la città.
Ultimo giorno, arriviamo alla storia recente, l'unico modo per attraversare l'Ellero nel 1945 era rimasta la passerella. I tedeschi infatti, per rallentare eventuali inseguimenti da parte dei partigiani o degli alleati, avevano distrutto tutti i ponti carrozzabili di Mondovì. Il rebus aiutava nella soluzione, risolto era "Sportelli postali" ed infatti le Poste oggi sono proprio adiacenti alla passerella in gherbiana.
Per quanto riguarda i selfie ve li risparmio, non sono nulla di fotograficamente degno e io non sono proprio un modello.
Vi dico solo che li ho indovinati tutti tranne uno, al 6 giorno sono caduto nella trappola e l'ho scattato di fronte al museo della stampa. Ignoravo ci fosse una targa in Mondovì Breo che ricorda dove fu stampato il primo libro nel 1472. Per chi fosse curioso si trova in Via Pian della Valle.
In conclusione mi sono divertito ed ho colto l'occasione per approfondire argomenti interessanti ed andare in giro per la città.
Forse dovrebbero esserci più iniziative di questo genere per far tornare la gente in strada a vivere maggiormente il proprio territorio.
Venerdì 23 marzo, esattamente 1000 anni dopo la stesura delle pergamena in cui si cita per la prima volta la città di Mondovì, è stato presentato il libro "Le grandi tappe della Storia di Mondovì" di Giancarlo Comino, Ernesto Billò e Cesare Morandini, essendomi classificato secondo alla gara ho avuto il piacere di riceverne una copia in premio.
La pergamena del 1018 esposta durante la presentazione.
Ancora grazie a tutti e complimenti per l'iniziativa.
Come sempre vi lascio qualche spunto di lettura inerente la città oggetto di questo articolo.
Il decimo giorno mi ha messo in crisi, sapevo che Mondovì fosse una delle città in cui si sviluppò la cultura della ceramica. Le mie conoscenze però erano e sono molto generiche.
La soluzione del rebus è "Vecchio palazzetto" il che mi ha fatto pensare alla risposta Borgato.
Quando frequentavo l'ITIS, che si trova in quel rione di Mondovì, sovente ci dicevano che l'edificio, un tempo, era una fabbrica di ceramica inoltre neanche a farlo apposta la palestra dell'istituto l'abbiamo sempre chiamata palazzetto.
Facendo un po' di ricerche però le cose non quadravano infatti sul sito del museo della ceramica, di cui vi lascio il link, si trova:
"Nel 1805 il medico Francesco Perotti (1775-1853), in collaborazione con i mastri Giovanni Maria Tomba di Udine e Benedetto Musso di Savona, riuscì a utilizzare l'argilla monregalese (in località Merlo e a Vicoforte) per realizzare nella sua fabbrica, aperta in un fienile del borgo Rinchiuso, un prodotto di ideazione inglese, all'epoca assai alla moda e molto avanzato per qualità tecnologiche ed estetiche: la terraglia tenera."
e
"La prima fabbrica di terraglia tenera del distretto monregalese fu, nel 1805, un piccolo fienile in via Gherbiana, nel quartiere Rinchiuso di Mondovì, di proprietà del medico Francesco Perotti. Era composto di tre locali, di cui uno destinato al forno, che era a due piani: uno per la cottura dei pezzi crudi ed uno dei pezzi in biscotto. All'esterno, nel giardino attiguo, c’erano le fosse per la lavorazione e la stagionatura dell’argilla. Una seconda fabbrica fu presto attivata (1807) poco lontano, nell'edificio detto “Il Convento”, adiacente alla chiesa parrocchiale di Mondovì Borgato, in cui furono trasferiti gli attrezzi della fabbrica di Perotti."
La distanza tra la chiesa del Borgato e il palazzetto dell'ITIS è poca, ma sono tutto tranne che adiacenti, inoltre non avevo mai sentito che ci fosse un convento durante la mia permanenza nell'istituto.
La chiesa dal 1800 ad oggi non ha cambiato posizione e quindi la fabbrica doveva essere attaccata alla chiesa.
Facendo qualche ricerca sulla chiesa di Maria Vergine Assunta si trova che effettivamente era adiacente ad un monastero delle Agostiniane soppresso nel 1583.
Penultimo giorno di gara; oggi la domanda è abbastanza facile e porta come soluzione alla Funicolare.
Anche il rebus, che ha risposta "Biglietto per La Missione", da un indizio inequivocabile.
La Missione per un monregalese è la chiesa di San Francesco Saverio che si trova in Piazza Maggiore nella parte alta della città.
A Mondovì esiste, dal 1886, un servizio di trasporto pubblico tra il centro cittadino di Breo e il rione Piazza che si trova circa 130 metri più in alto.
Oggi è un'opera di moderna ingegneria e design firmata Giugiaro, ma all'epoca fu un'idea di alta tecnologia.
Il funzionamento delle due carrozze si basava sul principio del contrappeso. Sotto ogni carrozza era presente una vasca che veniva riempita d'acqua nella stazione a monte e svuotata a valle, così facendo la carrozza che scendeva era sempre più pesante di quella in salita che veniva trascinata senza uso di energia elettrica o termica.
La funicolare venne elettrificata nel 1923, tutto andò avanti fino al 1975 quando la licenza alla ditta che la gestiva arrivò a scadenza, l'attività venne giudicata non remunerativa e nessuno subentrò. Le carrozze rimasero abbandonate fino agli anni 2000 quando in comune si iniziò a sentire aria di novità. Iniziarono i bandi, le richieste di finanziamento e i progetti, nel 2006 la funicolare finalmente riaprì i battenti. Oggi è un simbolo per la città.
Ultimo giorno, arriviamo alla storia recente, l'unico modo per attraversare l'Ellero nel 1945 era rimasta la passerella. I tedeschi infatti, per rallentare eventuali inseguimenti da parte dei partigiani o degli alleati, avevano distrutto tutti i ponti carrozzabili di Mondovì. Il rebus aiutava nella soluzione, risolto era "Sportelli postali" ed infatti le Poste oggi sono proprio adiacenti alla passerella in gherbiana.
Per quanto riguarda i selfie ve li risparmio, non sono nulla di fotograficamente degno e io non sono proprio un modello.
Vi dico solo che li ho indovinati tutti tranne uno, al 6 giorno sono caduto nella trappola e l'ho scattato di fronte al museo della stampa. Ignoravo ci fosse una targa in Mondovì Breo che ricorda dove fu stampato il primo libro nel 1472. Per chi fosse curioso si trova in Via Pian della Valle.
In conclusione mi sono divertito ed ho colto l'occasione per approfondire argomenti interessanti ed andare in giro per la città.
Forse dovrebbero esserci più iniziative di questo genere per far tornare la gente in strada a vivere maggiormente il proprio territorio.
Venerdì 23 marzo, esattamente 1000 anni dopo la stesura delle pergamena in cui si cita per la prima volta la città di Mondovì, è stato presentato il libro "Le grandi tappe della Storia di Mondovì" di Giancarlo Comino, Ernesto Billò e Cesare Morandini, essendomi classificato secondo alla gara ho avuto il piacere di riceverne una copia in premio.
La pergamena del 1018 esposta durante la presentazione.
Ancora grazie a tutti e complimenti per l'iniziativa.
Come sempre vi lascio qualche spunto di lettura inerente la città oggetto di questo articolo.
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