Questa primavera durante una delle prime gite in montagna sono stato in zona Colla dei Termini, avevo anche scritto un articolo a proposito che trovate qui
http://storieefoto.blogspot.it/2016/07/dalla-colla-dei-termini-al-pizzo-di.html
durante il pranzo, sotto una pietra trovo della spazzatura, come solitamente accade chi va in montagna non è molto educato e abbandona i propri rifiuti dove capita. Inizio a metterla nella mia borsa degli scarti da portare a valle e trovo un pezzo di ferro arrugginito, li per li l'ho messo assieme al resto.
Quando arrivo a casa mi accorgo che era cosa rimaneva di un coltellino.
Sto per buttarlo quando tra me e me sorge il dubbio che quel pezzo di coltello potesse essere vecchio ed essendo comunque su un antico luogo di accampamenti settecenteschi mi fermo un attimo e provo a dargli una pulita.
Come sempre prima di andare avanti vi chiederei, dato che tutto quello che faccio è per passione, se poteste gentilmente fare qualche click sulle pubblicità a destra o sotto. Si aprirà una pagina di sponsor, a voi non costa niente e non ci sono virus essendo tutte pubblicità di google, poi potete richiuderla. In tasca mi viene qualche centesimo e mi copre quelle poche spese di dominio e sito internet. Grazie mille davvero.
Ecco la lama "pulita" col collarino in rame o ottone, ci sono andato leggero perchè non ne sarebbe rimasto nulla. La cosa che mi ha fermato dal buttarlo è stata quella specie di lettera L seguita da un punto e forse le tracce di una B.
A questo punto ho iniziato le ricerche, mi sono logicamente concentrato sui coltelli della zona, ed ecco che poco dopo m'imbatto in questi siti
in cui si parla del coltello frabosano, o meglio Frabusan, e si fa cenno a un certo Liprandi che già li produceva nel XIX secolo e forse addirittura alla fine del 1700. Che sia proprio il rimasuglio di uno di questi vecchi coltelli piemontesi? Magari usato da un nostro avo che era stato inviato a difendere le sue terre dal francese invasore?
Non lo sapremo mai, ma la forma della lama, la L ben visibile, la decorazione del collarino fan proprio ben sperare.
Passa qualche tempo e continuo a trovarmi la lama ogni volta che metto a posto il banco da lavoro, sono indeciso se gettarlo o cosa farne, in vetrina non ci può finire in quello stato ed è così che mi viene un'idea malsana, provare a ricostruirlo come doveva essere.
Per prima cosa ricavare la lama.
Ho preso un pezzo della lama di una sega a nastro industriale di 2 mm di spessore e ho iniziato a lavorarlo.
Ho poi segnato una linea a metà spessore usando una punta per trapano da 2 mm e iniziato a limare.
Sono arrivato ad avere il filo che fosse circa mezzo millimetro, la finitura verrà data dopo la tempra con carta vetro e pietra.
Sono arrivato ad avere il filo che fosse circa mezzo millimetro, la finitura verrà data dopo la tempra con carta vetro e pietra.
A questo punto ho iniziato a pensare a come sarebbe dovuto essere il manico, purtroppo non ho trovato molte informazioni, le uniche foto in cui si vedeva in maniera decente un frabusan erano queste:
Le ho trovate su questa bacheca pinterest https://it.pinterest.com/fedcarlini/italian-traditional-knives/.
Ho anche appreso che le decorazioni sul manico, normalmente in bosso, indicano il mastro coltellinaio che lo ha prodotto. Sono una specie di marchio di fabbrica, ognuno aveva il suo decoro, diverso da tutti gli altri.
Per iniziare ho preso il manico di un vecchio martello che si era spezzato e l'ho recuperato per lo scopo.
Quando il manico mi è sembrato che avesse una forma soddisfacente ho iniziato a lavorare sul collarino. Questa è stata la parte più difficile perchè era la prima volta che lo facevo e far adattare il lamierino di ottone alla forma del manico non è stato semplice.
Per prima cosa ho tracciato una linea della misura del collarino e ho iniziato ad asportare materiale per uno spessore di 1 mm.
Facendo ruotare su un foglio di carta il manico ho tracciato la dimensione del collarino, ho poi usato il foglio per segnare i fori di fissaggio per la lama.
Per iniziare ho preso il manico di un vecchio martello che si era spezzato e l'ho recuperato per lo scopo.
Quando il manico mi è sembrato che avesse una forma soddisfacente ho iniziato a lavorare sul collarino. Questa è stata la parte più difficile perchè era la prima volta che lo facevo e far adattare il lamierino di ottone alla forma del manico non è stato semplice.
Per prima cosa ho tracciato una linea della misura del collarino e ho iniziato ad asportare materiale per uno spessore di 1 mm.
Facendo ruotare su un foglio di carta il manico ho tracciato la dimensione del collarino, ho poi usato il foglio per segnare i fori di fissaggio per la lama.
La prima piega l'ho fatta a mano, poi mi sono aiutato con la morsa e un pezzo di legno sul dorso del coltello per tenere il collarino a filo del manico. Ogni tanto il collarino andava scaldato con una fiamma per renderlo più malleabile.
Una volta che il collarino si adattava al manico, l'ho incollato e forato utilizzando il foglietto di carta che avevo disegnato in precedenza. Durante questa fase per non sformare il manico o spezzarlo ho inserito la lama all'interno come spessore.
Adesso che il manico e il collarino erano finiti era ora di terminare la lavorazione della lama.
Il primo passo è stato la tempra, per eseguirla, essendo la lama piccola, l'ho semplicemente scaldata al rosso ciliegia con l'aiuto di un cannello. In seguito l'ho immersa in olio. E' molto piccola quindi non è il caso di farsi troppi problemi su come inserirla, io l'ho semplicemente buttata a bagno.
Una volta eseguita la tempra è necessario il rinvenimento che serve a eliminare le tensioni interne che si sono create durante lo shock termico. Per questa operazione ho lasciato la lama in forno a 180 °C per un'ora.
Il primo passo è stato la tempra, per eseguirla, essendo la lama piccola, l'ho semplicemente scaldata al rosso ciliegia con l'aiuto di un cannello. In seguito l'ho immersa in olio. E' molto piccola quindi non è il caso di farsi troppi problemi su come inserirla, io l'ho semplicemente buttata a bagno.
Dopo il bagno si presentava così.
Dopo il rinvenimento ho iniziato a lavorare con la carta vetro a grana sempre più fine per pulire e dare il filo alla lama.
Dopo alcune ore di lavoro e tanta pazienza la lama era finalmente degna di essere chiamata con quel nome.
A questo punto ho montato il tutto.
Come perno ho usato un chiodo precedentemente stemprato. In questa fase ho avuto un problema, il primo che avevo usato mi si è rotto all'interno durante il martellamento così ho dovuto rimuoverlo creando un piccolo segno sul collarino.
Non ho messo decorazioni ne sul manico ne sul collarino perché, come spiegato precedentemente, sono personalizzazioni che mettevano i veri mastri coltellinai.
Ed eccolo infine con cosa rimane del suo trisavolo malconcio.
This evening of stories and pictures I wanted to show the last job I did. In fact it is a bit 'of time I began, but work has lengthened a bit'. This spring, during one of the first mountain tours have been in the area of Termini Colla, it even wrote an article about it here
http://storieefoto.blogspot.it/2016/07/dalla-colla-dei-termini-al-pizzo-di.html
during lunch, under a stone I find the garbage, as usually happens those who go to the mountains is not very polite and leave their waste wherever it happens. I start to put it in my bag of waste to take to the valley and find a piece of rusty iron, for them I put them with the rest. When I get home I realize that was what remained of a boxcutter. I'm about to throw it when myself doubt whether that piece of knife could be old and still being on an ancient place of eighteenth camps I stop a moment and try to give it a clean.
http://www.comune.frabosasoprana.cn.it/Home/Guidaalpaese/tabid/28454/Default.aspx?IDDettaglio=11351
here it says the frabosano knife, or rather Frabusan, and motions to a certain Liprandi already producing them in the nineteenth century, and perhaps even the end of 1700. That is just the remnant of one of these old Piedmont knives? Maybe it used by our ancestors who had been sent to defend their lands from invading French? We'll never know, but the shape of the blade, L prominently, the decoration of their collar fans hope. It passes some time and I continue to find the blade every time I put in place the workbench, are undecided whether to throw it or what to do, we can not finish in the window in that state and that's how it is a bizarre idea, I try to rebuild it as it should be. First we derive the blade.
I took a piece of the blade of an industrial band saw 2 mm thick and I started to work it.
I then marked a halfway line thickness using a 2 mm drill bit and started to shave. Have come to have the thread which was about half a millimeter, the finish will be given after the hardening with glass and stone paper. At this point I started to think about how it would have been the handle, unfortunately I have not found much information, the only photos in which you could see in a decent a frabusan were these: I found this board pinterest https://it.pinterest.com/fedcarlini/italian-traditional-knives/. I also learned that the decorations on the handle, normally in boxwood, indicate the master knife maker that produced it. They are a sort of trademark, each had its decor, unlike any other. To start I took the handle of an old hammer that were broken and I made up for the purpose.
By rotating on a sheet of paper the handle I plotted the size of the collar, I then used the sheet to mark the fixing holes for the blade.
The first fold I made it by hand, then I helped with the vice and a piece of wood on the back of the knife to hold the collar of the handle wire. Sometimes the collar was heated with a flame to make it more malleable.
Once the collar is fitted to the handle, the I glued and drilled using the slip of paper that had drawn previously. During this phase I inserted the blade inside and a thickness of not unmold the handle or break it.
At this point with a belt grinder I finished and drew the whole. Now that the neck and the collar were over it was time to end the processing of the blade. The first step was the hardening, to execute it, being the small blade, I simply heated to cherry red with the help of a torch. Later I immersed in oil. It 'very small so it is not the case of thinking too much about how to put it, I have simply thrown to the bathroom. Once the quenching is performed the necessary tempering which serves to eliminate the internal tensions that are created during the thermal shock. For this operation I left the blade in the oven at 180 ° C for one hour. After the discovery I started working with sandpaper grit increasingly order to clean and give the thread to the blade. After a few hours of work and a lot of patience the blade was finally worthy of being called by that name. As pin I used a nail previously stemprato. At this stage I had a problem, the first I had used I broke inside during the pounding so I had to remove it by creating a small mark on the neck. I do not put decorations on the handle it on the neck because, as explained above, are customizations that put the real master knife makers. And finally here it is with what remains of his great-great grandfather battered.
Molto bello. Magari trovi dei dati sul sito di Daniele Mauro, se non lo conosci già.
RispondiEliminaIl sito l'avevo visitato, avevo anche inviato una mail al proprietario, ma mai ricevuto risposta.
EliminaComunque sia bel sito.
Ciao, complimenti per la pazienza e per l'ottimo lavoro che hai eseguito.
EliminaLe decorazioni nel manico sono tipiche del Frabousan. Cosa contraddistingue il coltellinaio sono le iniziali sulla lama. A vedere dalla foto sembrerebbe proprio un L.B. Liprandi Battista detto Titò. Se ti capita di passare a Frabosa Soprana, è appena stato inaugurato il laboratorio così come era originariamente (ci trovi quasi tutti i sabati per sicurezza visita il ns sito www.frabusan.it per i contatti così ci accordiamo per la visita).
Avendo anche ricevuto la DE.CO. (DEnominazione COmunale), possiamo anche certificarti (vedendola dal vivo) l'autenticità della lama (assolutamente non buttarla in un attimo di frenesia, piuttosto donala all'associazione appositamente creata "Frabousan ki taiou" per la valorizzazione di questa antica tradizione di Frabosa Soprana).
Ci farebbe piacere conoscerti di persona.
Ciao Dodo
complimenti...bellissimo il tuo post e da invidia le tue abilità manuali e la tua volontà
RispondiEliminaValerio
Ciao, complimenti per la pazienza e per l'ottimo lavoro che hai eseguito.
RispondiEliminaLe decorazioni nel manico sono tipiche del Frabousan. Cosa contraddistingue il coltellinaio sono le iniziali sulla lama. A vedere dalla foto sembrerebbe proprio un L.B. Liprandi Battista detto Titò. Se ti capita di passare a Frabosa Soprana, è appena stato inaugurato il laboratorio così come era originariamente (ci trovi quasi tutti i sabati per sicurezza visita il ns sito www.frabusan.it per i contatti così ci accordiamo per la visita).
Avendo anche ricevuto la DE.CO. (DEnominazione COmunale), possiamo anche certificarti (vedendola dal vivo) l'autenticità della lama (assolutamente non buttarla in un attimo di frenesia, piuttosto donala all'associazione appositamente creata "Frabousan ki taiou" per la valorizzazione di questa antica tradizione di Frabosa Soprana).
Ci farebbe piacere conoscerti di persona.
Ciao Dodo
porca miseria ho letto solo ora se no ieri facevo un salto...dai magari sabato prossimo mi organizzo
EliminaBel Lavoro perchè hai ridato vita a un coltello di grande tradizione come un Frabusan, bravo !
RispondiEliminaho letto attentamente tutti i vari passaggi della lavorazione e siccome uno dei dettagli più delicati è fare coincidere il foro del manico con il foro della lama (ho notato che questa aveva 2 fori) come ci sei riuscito ?
Prima hai fatto il foro passante sul manico senza mettere la lama dentro alla fresatura e poi hai inserito la lama all'interno e con una punta da ferro la hai segnata per avere un riferimento e poterla forare più facilmente da sola e fuori dal manico del coltello ?
Inoltre ho notato un particolare : hai tenuto il foro del perno non centrato a metà del manico ma più verso il basso, è voluto ? e se si, perchè ? siccome la parte dove hai fatto il foro nel manico ha un po meno materiale e di conseguenza dovrebbe essere un poco più debole, no ?
L'alloggiamento della lama nel manico, come hai ricavato la fresatura con una piccola fresetta circolare o a mano ? e hai idea di come veniva ricavato nel '800 l'allogiamento ?
Due curiosità per finire, che spessore di lamierino hai usato per fare il collarino, 1 - 1,5 mm. o 2 mm. ? circa le decorazioni sul manico sei riuscito a capire come venivano fatte all'epoca ? forse scaldando un filo di ferro per annerire il legno che quasi sempre era il bosso ? sarebbe anche interessante capire i metodi che utilizzavano all'epoca questi Artigiani, veri Maestri Coltellinai che magari con una attrezzatura rudimentale ricavavano dei coltelli essenziali e senza orpelli, ma di buona qualità e funzionali, qualcuno ha qualche notizia al riguardo ?
Comunque complimenti ancora per l'ottimo lavoro e risultato che hai conseguito, saluti a tutti, e viva i Frabusan e i Vernantin ! due coltelli della vera tradizione contadina e dei bergè piemontesi, Luciano
Allora, provo a risponderti.
EliminaPrima di tutto grazie per i complimenti, diciamo che mi piace sperimentare...
Per quanto riguarda il foro come hai visto l'ho prima fatto in un punto, sbagliando, l'ho chiuso con un punto di saldatura e poi l'ho rifatto come hai intuito segnandolo una volta fatto il manico, ed ecco anche il perchè del foro non centrato.
Bisognerebbe fare prima la lama e poi lavorare di conseguenza il manico ma l'esperienza arriva dagli errori.
Per la fresatura lho ottenuta con una fresa chiusa nel trapano fermando in una morsa il manico.
Per il lamierino ne ho preso un pezzo di recupero credo fosse circa 1 mm.
Per le decorazioni non so dirti, ma credo fossero semplicemente degli incavi, il nero veniva dopo a forza di usura e sporco...