Pinin urla a Dic, un bastardino bianco e marrone.
Pinin è un ragazzoto sulla ventina, l'età giusta non la sa nemmeno lui, in quel tempo non si usa contare gli anni. Purtroppo è l'ultimo di 11 fratelli e la sua famiglia non ha abbastanza terra da lavorare e coltivare, così è dovuto andare in città per guadagnarsi da vivere. Arriva da Roburento, un piccolo paese di metà montagna del basso Piemonte.
Nei paeselli di montagna la gente fa la fame se il raccolto non va bene, le castagne non sono ancora arrivate e nemmeno le patate o il mais, verranno importati solo tra qualche secolo. Tutta la dieta si basa su cereali poveri e robusti come la segale e il grano saraceno, la frutta e la verdura. Fortunatamente il rio da cui il paese prende il nome, il Roburentello, è ricco di trote e gamberi, la selvaggina non manca, ma in quest'epoca si ha paura ad aggirarsi per troppo tempo nei boschi, ci sono le Masche e solo il nominarle può portare problemi.
Pinin è un ragazzo sveglio forse la monotonia del lavoro lo sta un po' turbando, a volte pare con la testa altrove. Probabilmente pensa ai suoi monti, ai suoi 7 fratelli, le 3 sorelle e alla mamma. Col papà non ha un gran rapporto, è molto burbero, ma in fondo gli vuole un gran bene. In quel tempo la famiglia è basata su uno schema strettamente patriarcale, di conseguenza gli uomini si devono comportare da duri e mostrare affetto ai figli non è cosa ben vista. Anzi, si crede faccia addirittura male alla prole.
Il suo lavoro dura dodici quattordici ore al giorno, deve rigirare i mattoni sul grande spiazzo adiacente il forno per farli asciugarli al sole. Una volta asciutti li dovrà impilare nel forno, avendo cura di lasciare il giusto spazio tra una fila e l'altra in modo che il calore possa avvolgerli in maniera uniforme. Se i mattoni non sono asciutti al punto giusto il calore farà dilatare l'acqua in eccesso al loro interno e i mattoni usciranno rotti, lui non riceverà la paga della settimana.
Dic è di piccola taglia e ha umili origini ma ha una spiccata intelligenza e curiosità.
E' sempre vissuto nei dintorni della fornace di mattoni, forse va a dormire in qualche cascinotta vicina al Bricchetto dove ruba anche un tizzone di pane, ma per il resto del tempo è sempre in giro. Elemosina un po' di cibo da tutti quelli che incontra e alla fornace sa benissimo gli orari dei vari addetti. Lo hanno addirittura visto una volta a messa in Sant'Andrea a Mondovì piazza. E' la chiesa posta sul punto più alto della città, da li si può ammirare tutta la pianura fino al Monviso, quando il cielo è terso si vede anche il Monte Bianco e il Monte Rosa. La chiesa è bellissima, ha pianta a croce latina con tre navate. Purtroppo nei secoli a venire verrà abbandonata e pian piano smantellata perchè gli abitanti del colle del Belvedere si sposteranno in basso nella piana che prenderà il nome di Carassone, resisterà invece il suo campanile quella che per tutti i monregalesi è la Torre Civica del Belvedere.
Siamo a cavallo tra il 1200 e il 1300, nella piccola città di Mondovì si sta costruendo un campanile maestoso per la chiesa di Sant'Andrea che al momento ne ha uno troppo piccolo per poter essere visto e sentito da tutti gli abitanti che lavorano nei colli circostanti.
Siccome sarà il più grande che si sia mai visto da queste parti tutte le fornaci di mattoni stanno producendo senza sosta per soddisfare la richiesta. In particolare quella che per comodità ne produrrà di più è dove lavorano Dic e Pinin.
Pinin a volte lo odia il cagnolino furbetto, tutte le volte che mette i mattoni al sole, quando sono ancora morbidi ci scorrazza in mezzo, il più delle volte li evita sembra quasi che ci giochi, ma a volte una zampa gli scappa e rimane impressa l'impronta.
Per carità nulla di grave, ma se il padrone se ne accorge Pinin passerà una brutta mezz'ora di ramanzina, in questo stato ormai i mattoni non possono più essere rimodellati quindi se il mattone non si è storto verrà cotto con l'impronta di Dic.
Il mattone viene cotto e venduto alla fabbrica che sta costruendo il campanile, Dic e Pinin non lo vedranno mai più e se ne perderanno le tracce.
Forse l'operaio di turno lo scartò non giudicandolo adatto per la costruzione del Belvedere e lo mise tra i materiali di recupero. Qualche tempo dopo un altro operaio, stufo di vedere una falla nel muro che portava al cantiere, lo utilizzò per ripararla.
Ed è così che a distanza di 700 anni lungo la stradina che porta al Belvedere, ancora oggi, fissato in un muro, c'è il mattone con l'impronta di Dic.
Sarà solo un piccolo racconto inventato una sera d'inverno, ma a volte un piccolo segno dal passato ci può far vivere qualche minuto spensierato.
Sperando di non avervi annoiato troppo ecco l'impronta.
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La Torre Civica del Belvedere
Row!!! Go away!!! Pinin screams in Dic, a brown and white mongrel. Pinin is a boy in his twenties, the right age do not even know him, at that time is not used to count the years.
Unfortunately is the last of 11 brothers and his family does not have enough land to work and cultivate, so it had to go to town to make a living. It comes from Roburento, a small town in mid-mountain in the southern Piedmont.
In the mountain villages in the people suffer hunger if the harvest is not good, the chestnuts have not yet arrived, and even potatoes or corn, only a few centuries will be imported. Any diet is based on poor cereals and robust as rye and buckwheat, fruits and vegetables. Fortunately the river from which the town takes its name, Roburentello, is rich in trout and crayfish, venison is not lacking, but at this time we are afraid to wander too long in the woods, there are Masche and only name them it can lead to problems.
Pinin is a cute boy perhaps the monotony of work it is a bit 'disturbing, sometimes it seems to head elsewhere. Probably he thinks about his mountain, his 7 brothers and 3 sisters and mothers. With dad does not have a great relationship, it is very gruff, but he wants a lot of good. At that time the family is based on a strictly patriarchal system, therefore men should behave as hard and show affection to their children is not something well seen. Indeed, it is believed even hurt to offspring.
Its takes twelve to fourteen hours a day job, must turn over the bricks on the large open space adjacent to the oven to dry them in the sun. Once dry will have to stack them in the oven, taking care to leave the right space between a row and the other so that heat can wrap them in a uniform manner. If the bricks are not dry at the right point, the heat will dilate the excess water in them and the bricks will come out broken, he did not receive the pay of the week. Dic is small in size and has humble origins but it has a remarkable intelligence and curiosity.
Always the dog lives in the area of brick kiln, maybe he goes to sleep somewhere close to Cascinotta Bricchetto which also steals a brand of bread, but for the rest of the time is always around. Begging for a bit 'of food to everyone he meets, and the furnace knows the schedules of several employees. I have even seen once commissioning Sant'Andrea in Mondovi square. And 'the church placed on them by the highest of the city, you can see the point the whole plain to the Monviso, when the sky is clear you can also see the Mont Blanc and Monte Rosa. The church is beautiful, has a Latin cross with three naves. Unfortunately for centuries to come will be abandoned and gradually dismantled so that the inhabitants of the Belvedere hill will move down the plane that will take the name of Carassone, resist rather its bell tower that for all monregalesi is the Torre del Belvedere Civic.
We're riding between 1200 and 1300, in the small town of Mondovi you're building a majestic bell tower to the church of Sant'Andrea which currently has one too small to be seen and heard by all the people who work in the hills surrounding. Since you've ever seen in these parts will be the largest all brick kilns are producing tirelessly to meet the demand. Especially that which for convenience will produce the most is where they work Dic and Pinin.
Pinin sometimes hates the mischievous little dog, every time he puts the bricks in the sun, while they are still soft in the middle there running around, more often avoids them it seems that games there, but sometimes a paw and drops and remains the imprint. For heaven's sake nothing serious, but if the owner realizes it Pinin will spend a bad half hour, this was now the bricks can not be reshaped so if the brick is not wrong will be cooked with the imprint of Dic.
The brick is baked and sold the factory that is building the tower, Dic Pinin and will never see again and you will miss the traces. Perhaps the shift worker unwrapped it not judging it suitable for the construction of the Belvedere and put it between the recycled materials. Some time later another worker, sick of seeing a hole in the wall that led to the construction site, used it to repair it.
And so in 700 years along the road leading to the Belvedere, even today, set into a wall, there is a brick with the imprint of Dic. It will only be a short story invented a winter evening, but sometimes a small mark from the past can make us live a few carefree minutes. Hoping not to have bored you too here is the imprint.
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