Si arriva comodamente alla colla passando da Ormea muniti di un fuoristrada. Dalla piazza al centro del paese basta seguire la via che sale costeggiando un piccolo torrente e seguire le indicazioni per Cascine. Fino a tale borgata la via è asfaltata poi diventa sterrata e in certi punti non è bellissima a causa dei continui temporali e l'ormai sempre più scarsa manutenzione delle vie montane.
E' sovente imbattersi in mandrie o greggi durante la salita quindi prestate attenzione inoltre, se scendete nel pomeriggio, è frequente la nebbia data la vicinanza col mare.
Sabato scorso ho attraversato tutta la displuviale partendo dalla colla e arrivando fino al Pizzo di Ormea, durante tale gita, facile e ben segnalata, ho colto l'occasione per visitare e scovare i segni lasciati dall'esercito francese durante la Guerra delle Alpi o prima campagna d'Italia che dir si voglia.
Vi faccio un breve riassunto.
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Prima dell'avvento di Napoleone Bonaparte nel 1794-95 si era giunti a una situazione di stallo tra l'esercito francese e l'esercito piemontese alleato con gli austriaci che si erano asserragliati sulle nostre montagne. Questa situazione perdurerà fino all'arrivo del piccolo Corso nel 1796, che incitò le sue truppe con la famosa frase:
«Soldati! Voi siete nudi e mal
nutriti; la Francia vi deve molto ma non può darvi nulla. La pazienza
ed il coraggio che avete dimostrato tra queste rocce sono ammirevoli, ma
non vi hanno dato gloria: nemmeno un’ombra ne ricade su di voi. Io vi
condurrò nelle più fertili pianure della terra. Province ricche, città
opulente, cadranno in vostro potere; vi troverete ricchezze, onori e
gloria. Soldati dell’Armata d’Italia! Vi lascerete mancare il coraggio e
la perseveranza?».
da “Corréspondance” di Napoleone Bonaparte, vol. 1, n. 91, p. 107.
da “Corréspondance” di Napoleone Bonaparte, vol. 1, n. 91, p. 107.
Da questi luoghi possiamo immaginare i Francesi ridotti alla fame guardare i loro avversari sulle montagne vicine e le ricche pianure del Piemonte subito dietro, ad un passo, dopo 2 anni di fatiche.
In poche parole quella che oggi chiameremmo la prima linea era proprio la Colla dei Termini. I Francesi avevano costruito più campi trincerati sulla displuviale e armato diversi bricchi nelle vicinanze. Sono ancora ben visibili le tracce delle ridotte a forma di stella realizzate con muri a secco presenti sulla Punta dei Termini e sul Bricco Ferrarine. Sulla Ciuaiera e su due bricchetti poco distanti che dominano il Passo della Valletta erano stati portati dei cannoni, si vede ancora bene la vecchia mulattiera, usata per trasportare i pezzi. Parte dalla Colla dei Termini prosegue a mezza costa con pendenza costante, scollina verso il Zottasso Soprano, scende in direzione del Passo della Valletta per risalire e fermarsi in una piccola piazzola sul bricco segnato a quota 2022 sulle IGM 1:25.000.
A giudicare dalle vecchie carte militare rintracciabili qui
http://archiviodistatotorino.beniculturali.it/work/visua.php?uad=146180
anche tutta la zona dopo la Cima Ruscarina fino alla colla del Pizzo doveva essere trincerata, ma io non ho trovato tracce evidenti di lavori militari, se erano presenti il tempo li ha cancellati.
Notare inoltre dalla carta che anticamente l'attuale Ciuaiera era chiamata Cima Garassina e un nome simile a quello attuale "Coera" era la quota 2022 delle IGM.
Qualche tempo fa scattai queste foto proprio dalla colletta dove sbuca la ex mulattiera e si vede Bausetti con i due bricchetti su cui erano piazzati i cannoni a quota 2022.
Qui si vede bene la quota 2022 con una traccia che sale a mezza costa e si ferma in una piazzola.
Tra Bausetti e questi due bricchetti si combatté un aspra battaglia il 26 giugno 1795 dove venne riconosciuta anche una delle prime medaglie al valore della campagna al Granatiere Piemontese "Coer de Roi".
La particolare conformazione del territorio ad anfiteatro con aspri gradoni che salivano verso le due cime fece si che i francesi applaudirono i loro nemici, osservando l'audacia dei piemontesi che provavano ad attaccare sotto il fuoco incrociato praticamente senza speranza.
Questa invece è una visione dall'alto tratta dal sito
http://webgis.arpa.piemonte.it/flxview/GeoViewerArpa/
della Cima dei Termini, si vede bene la ridotta, la Colla è dove la strada curva.
Qui è un'immagine tratta dallo stesso sito della ridotta di Ferrarine, ancora oggi molto ben conservata, sulla vecchia carta la trovate col nome Rascarina o Ruscarina. Quindi anche in questo caso c'è una discordanza tra le moderne carte e le vecchie.
Ora vi metto qualche foto che ho scattato durante la mia gita, sono quasi tutte foto panoramiche ottenute unendo più foto. Vi consiglio di visualizzarle tramite il mio profilo flickr
https://www.flickr.com/photos/claudio82clod/
dove le trovate a grandezza reale e potete zoommarle al 100%, qui ho dovuto rimpicciolirle.
La prima è il cartello che indica l'arrivo sulla Colla dei Termini, sulla destra e sotto la strada era l'accampamento francese, sulla sinistra l'imbocco del sentiero per il Pizzo di Ormea.
Qui vedete tutta la cresta tra le due valli, in fondo il Pizzo d'Ormea con la sua classica forma ed a metà la Cima Ferrarine. Scattata subito dopo Cima dei Termini.
Siamo quasi arrivati su Cima Ferrarine si inizia a intravedere la sagoma della ridotta. Pensare che 200 anni fa qualcuno ha portato e impilato tutte quelle pietre così ordinatamente fa impressione.
Poco a Sud della cima voltandosi verso il mare la visuale era questa, purtroppo in Liguria era nuvoloso e non si vedeva il mare. Qui era stato approntato un altro accampamento francese.
Vista dai dirupi verso la Val Corsaglia la ridotta fa capire come fosse inattaccabile e facilmente difendibile dai francesi.
Il mio compare di avventure scruta le cime in fronte verso la Val Corsaglia dove 200 anni fa erano accampati e pronti a difendersi i nostri avi dell'esercito piemontese.
Queste sono alcune panoramiche scattate dalla ridotta di Cima Ferrarine, vi consiglio di aprirle su flickr.
Vista verso il Pizzo sulla destra appena visibile in Mongioie, il secondo più alto delle Alpi Marittime dopo il Marguareis.
La ridotta era abbastanza grande, circondata da un muro spesso circa un metro realizzato con pietre del luogo. Verso il Pizzo come si vede circa a metà di questo scatto si nota un'apertura nel muro, non so se sia stata fatta all'epoca o se è un adattamento di qualche contadino per trasformare la ridotta in un ottimo recinto.
Vista da un'altra delle punte della ridotta. Sotto la Val Corsaglia. Tutto a destra la Colla dei Termini.
Siamo poi scesi da Ferrarine e saliti su Ruscarina, durante la salita la ridotta si vedeva così, abbiamo notato solo un piccolo muretto a secco a circa metà discesa. Dove spiana invece è presente un leggero piano forse artificiale in cui sarebbero potute alloggiare 2 o 3 tende.
Notare le nebbie che stavano salendo dalla Liguria, da li a poco ci avrebbero chiuso ogni visuale, chissà quante volte i soldati hanno visto questa scena e han passato mesi interi alle intemperie.
Questa la visuale poco prima della Colla del Pizzo, si vede in basso il Lago del Pizzo di Ormea.
Questo il paesaggio tornati alla macchina, come vedete, nebbia che si tagliava con un grissino, poco dopo forte temporale a valle per fortuna non ero più su.
Aggiornamento 22/07/2016
Grazie ad Ale che mi ha mandato un po' di foto fatte durante una sua gita a Cima dei Termini, su cui è presente la ridotta che vi ho messo nella prima vista aerea.
Visione dal lato opposto, la ridotta di Punta dei Termini con sotto il sentiero da me percorso verso il Pizzo di Ormea. Probabilmente una vecchia mulattiera che serviva ad armare le ridotte su quel lato e permettere un veloce spostamento di truppe dalla colla a tutta la dorsale.
Vista dalla ridotta di termini sulla colla, al centro la Ciuaiera ex cima Garassina , anche lei un tempo fortificata.
I muretti a stella ancora perfettamente conservati.
Vista verso Bausetti, è la punta che spunta fuori. Notare una traccia della probabile mulattiera scavata dai francesi per armare i bricchi che avrebbero poi cannoneggiato su Bausetti.
Dalla colla dei termini la vecchia mulattiera è ben riconoscibile come si vede nella foto sottostante.
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