Valcasotto è un piccolo abitato dell'omonima valle e fu teatro tra il 13 e il 17 marzo del 1944 di una battaglia tra le truppe tedesche e i ribelli partigiani che si erano raccolti in quelle montagne. Il tutto avvenne all'interno di una più vasta operazione di lotta alla resistenza organizzata dalla Wermacht, dalla Luftwaffe e da reparti della RSI in tutte le valli alpine piemontesi di cui fece parte anche la battaglia di Pasqua della Val Ellero.
Per chi volesse saperne di più consiglio di leggere gli appunti dell'allora parroco di Pamparato Don Emidio Ferraris che potete recuperare qui:
http://comune.pamparato.cn.it/territorio_valcasotto
In particolare volevo visitare l'abitato di Frassanea avendo letto pochi giorni fa la testimonianza di Carlo Dalmasso classe 1925 apparsa su Provincia Granda (storico giornale locale) che vi riporto:
«In quel periodo facevo parte della Raf, la "volante mobile" di Pamparato (dovevamo procurare munizioni e vestiario), ma il 13 marzo, un lunedì, giorno dell'attacco tedesco, il mio distaccamento, comandato da Italo Corderò, era stato mandato verso Serra. Dopo aver combattuto per qualche ora, al pomeriggio tornammo a Tagliante». Ma era solo l'inizio. «Alla sera Mauri (il comandante Enrico Martini, ndr) ci ordinò di partire all'alba, passare lungo il costone e andare a prendere alle spalle i tedeschi che volevano salire verso la frazione Valcasotto. Ci fermammo alla Frassanea, un gruppo di rocce a poche centinaia di metri dalla strada, che era abbastanza stretta per la neve ai lati. Eravamo una decina, quasi tutti di Mondovì, con tre fucili mitragliatori e i moschetti, niente di più. Riuscimmo a colpire la prima autoblindo della colonna e così cominciammo il "tiro a segno". Ne abbiamo fatti fuori tanti. È brutto da dirsi, ma quella era guerra. In dieci li bloccammo tutto il giorno. Ci spararono tanti di quei colpi di mortaio che le rocce attorno a noi furono sgretolate. Ma ne uscimmo senza un graffio. Solo verso sera, quando capirono che non riuscivano a proseguire, i Tedeschi mandarono una squadra di sciatori a sorprenderci alle spalle. Gli uomini di Mauri furono costretti a dividersi in piccoli gruppi e disperdersi.
Riuscii a tornare a casa a Mondovì la domenica sera, il 19 Marzo. Non mangiavo da 8 giorni, mia madre mi riconobbe solo dalla voce. A diciotto anni fu veramente il battesimo del fuoco. Andare nei repubblichini sarebbe stato più facile ma scelsi la strada che mi sembrava più giusta. A distanza di settant'anni ne sono ancora convinto.»
Questa la visuale a 180 gradi che dovevano avere i ribelli durante quei tragici momenti dalle rocche di Frassanea. Come potete vedere siamo davvero una posizione strategica a picco sulla via sottostante quindi i tedeschi credo passarono momenti non proprio simpatici con 10 partigiani che gli sparavano sulla testa. A sinistra vedete l'imbocco della valle verso Pamparato, sulla destra l'abitato di Valcasotto. Non visibile l'abitato di Tagliante subito a destra, poi la valle prosegue col Castello di Casotto, la Correria, cascina Biula e il Baraccone e la Colla di Casotto che comunica con la Val Tanaro tutti luoghi interessati dagli scontri.
L'immagine è stata ottenuta unendo 4 scatti verticali da 20 Mpx l'uno.
(click per ingrandire)
La stessa foto la trovate in piena risoluzione sul mio profilo flickr al seguente link.
https://www.flickr.com/photos/claudio82clod/14059613733/sizes/l
Qui invece alcuni scatti delle case ormai diroccate della vicina borgata scattate con il fedele Sony Xperia Z1dove probabilmente alloggiarono anche i ribelli per qualche tempo.
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