martedì 11 febbraio 2014

Restauro costruzione coltellino a serramanico

Oggi su storie e foto vi racconto l'ultima impresa in cui mi sono cimentato la costruzione e il restauro di un antico coltello a serramanico.
All'ultimo mercatino di Cherasco mi sono assicurato per la modica cifra di 2 € i resti di un povero coltellino.
Mi ha colpito perché la forma non è la classica forma dei coltelli di queste zone, inoltre lo stato di conservazione davvero pessimo lo collocano abbastanza indietro nel tempo, secondo me siamo intorno a metà 1800 ma su questo non mi sbilancio più di tanto.
Su http://www.tuttocoltelli.it,  un forum davvero competente su questi argomenti, me lo hanno classificato come coltello di provenienza Italia-meridionale, forse Siciliano o di area francese. Sicuramente qualche storia da raccontare ce l'avrebbe visto che è finito in un banchetto di un mercatino in Piemonte.

Prima di andare avanti vi chiederei, dato che tutto quello che faccio è per passione, se poteste gentilmente fare un click sulle pubblicità a destra. Si aprirà una pagina di pubblicità a voi non costa niente e non ci sono virus essendo tutte pubblicità di google, poi potete richiuderla. In tasca mi viene qualche centesimo e mi copre quelle poche spese di dominio e sito internet. Grazie mille.

Queste le sue condizioni iniziali, la lama e le guancette in ottone.




Dell'archetto, la molla che non fa richiudere troppo facilmente la lama, non rimane più nulla quindi dovrò andare di mia inventiva.
Lo stesso vale per la lama della quale è più facile trovare una foto di un coltello più o meno della stessa epoca e forma, un esempio potrebbe essere questo.



Ma ora veniamo al restauro vero e proprio.
Per prima cosa ho dovuto pulire le guancette, eliminando i vecchi perni e i rimasugli di ferro ossidato. Per fare questo ho lasciato a bagno in acido cloridrico (muriatico) le guancette per 5-10 minuti tenendo sotto controllo l'avanzamento del processo.  L'ideale sarebbe stato usare dell'acido solforico, che una volta corroso lo sporco è molto meno aggressivo degli altri acidi sul bronzo, ottone e rame. 

Il bagno in acido


Dopo una bella risciacquata


Il risultato non sembra niente di eccezionale, ma con una leggera spazzolata col trapano la storia cambia di molto...purtroppo è pieno di piccoli buchi causati dalla precedente ossidazione. Verranno livellati con carta vetro alla fine.


Ora inizia il difficile.
Prima cosa capire e recuperare dell'acciaio giusto. Io ho usato del C70 da 2,5 mm di spessore su suggerimento sempre del forum sopra citato.
Nel frattempo ho fatto un disegno su un cartone per avere un modello di come dovrebbe essere la lama e l'archetto alla fine del lavoro.
Fatto ciò essendo la prima volta ho provato a fare un modello su una lamiera di ferro dello stesso spessore, questo è stato il risultato


Una volta visto che la cosa era fattibile ho iniziato a tagliare l'acciaio.

Inizio del taglio


Taglio della lama con i modelli in ferro della lama e dell'archetto.


A questo punto si prosegue di lima aiutandosi per i pezzi più grossi con la smerigliatrice fino ad arrivare alla forma voluta.


A questo punto bisogna iniziare a limare le due facce della lama cercando di mantenere la stessa inclinazione dai due lati. Io sono arrivato ad avere sul tagliente circa mezzo millimetro, il filo verrà dato per ultimo. 

Ora viene una delle fasi più importanti, la tempra. Per fare ciò ho recuperato una vecchia forgia, ma volendo potete costruirvene una piccolina come ho fatto io qui.


PRIMA di temprare ricordiamoci di caricare la molla (archetto) piegandola fino a coprire il foro per il perno della lama come mostrato nella figura sottostante.



Per la tempra dell'acciaio C70 la teoria dice che bisogna farlo scaldare fino al colore rosso ciliegia chiaro che equivale circa a 850 °C e poi immergerlo in un bagno di olio precedentemente riscaldato intorno ai 50 60 °C. Se cercate in internet trovate fior fiore di siti con le tabelle dei vari colori e tempi. In teoria per avere il filo più duro e il coltello più elastico la tempra andrebbe fatta in due passaggi, prima un leggero bagno di uno o due secondi solo sulla parte tagliente poi lo si dovrebbe estrarre e infine nuovamente reimmergere definitivamente lasciandolo raffreddare. Per quanto riguarda l'olio io ho usato il friol da cucina assicurandomi di avere a portata di mano un coperchio che, in caso di incendio, copra perfettamente il contenitore e soffochi le fiamme. Per non sbagliare a leggere il colore, l'operazione andrebbe fatta in penombra. Logicamente eseguite queste operazioni all'aperto e indossate guanti e occhiali di protezione.

La lama comincia a scaldarsi, scusate per la qualità della foto ma in questi momenti bisogna prestare attenzione alla temperatura e fare uno scatto decente avendo le mani impegnate e sporche non è semplice. 


Qui invece la lama e l'archetto a bagno nell'olio.


Una volta eseguita la tempra è necessario il rinvenimento che serve a eliminare le tensioni interne che si sono create durante lo shock termico. Per questa operazione ho lasciato lama e archetto in forno a 180 °C per un'ora.
Eccoli una volta estratti, vi consiglio da ora in avanti di fasciare la lama con del nastro adesivo, è vero che non ha il filo ma basta un niente per farsi dei bei tagli o rovinarla.


A questo punto ho provato a montare il tutto per verificare che la lama non si fosse storta, è andato tutto bene, fino a quando ho provato a far ruotare la lama, nel momento in cui ha fatto forza sulla molla ecco che ho sentito un CRICK!!! e l'archetto si è spezzato in prossimità del foro centrale.


Non vi dico la rabbia, ma ho capito l'errore, materiale troppo esiguo e troppo rigido per fare da molla.
In poco tempo ho costruito un'altro archetto, ma stavolta l'ho temprato solo sull'estremità a contatto con la lama in modo che non si usuri essendo più morbido. Inoltre l'ho lasciato un po' più spesso, questo mi garantirà maggior robustezza in cambio non riuscirò più ad avere l'archetto a filo con le guancette una volta terminato il tutto.


Ho dato una leggera pulita ai pezzi usando carta vetro e li ho assemblati.



Poi pian piano usando carta vetro sempre più fine, ho dato la forma finale al coltellino. Anche le guancette in ottone hanno subito lo stesso trattamento per eliminare in parte i segni del tempo. Io ho usato diverse grane 140, 400 e 1000.





Un'ultima cosa i perni, che sono stati ricavati da dei chiodini del diametro di 2 mm a cui è stata segata la testa. In prima battuta ho provato con dei chiodini dello stesso diametro di rame, ma non mi piaceva la malleabilità esagerata del metallo.
Spero di aver fatto cosa gradita e di aver ridato vita ad un piccolo pezzo di storia.






3 commenti:

  1. cosa dire????
    dicendoti complimenti mi sembra di sminuire un lavoro così ben fatto che immagino ti avrà portato via un sacco di tempo ,sono sbalordito dalla manualità che hai dimostrato per non parlare della pazienza inpiegata
    in fine devo dire che mi fa piacere vedere che esistono ancora persone che hanno il piacere di armeggiare con tecniche millenarie,dimostrando manualità e pazienza ottenendo straordinari risultati
    ciao

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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