E' un crocifisso da petto che veniva portato dalle donne tra la fine del XVIII secolo e la metà del XIX secolo.
E' molto bello e presenta tracce di doratura al mercurio che ne confermano la datazione.
Purtroppo, come potete vedere, è molto ossidato e ha alcune incrostazioni che assomigliano al cancro del bronzo.
In questi casi è molto difficile togliere l'ossido senza intaccare le tracce di doratura o rovinare la patina dell'oggetto.
Io normalmente agisco così:
Per prima cosa lavo sotto acqua corrente con uno spazzolino l'oggetto in questione.
In seguito lo immergo in acqua distillata aggiungendo un po' di acqua ossigenata a 30 volumi. Si può usare l'acqua ossigenata per uso medico ma, per ragioni di costo, io miscelo quella concentrata con l'acqua distillata. Ne è sufficiente poca, basta che sull'oggetto si creino delle minuscole bolle che con la loro azione staccheranno lo sporco.
Dopo una notte passata a bagno noterete che le impurità si sono staccate dall'oggetto. A questo punto sarà sufficiente lavare l'oggetto con uno spazzolino ed eventualmente spazzolarlo col dremel.
Il mio crocifisso dopo questo trattamento si presentava come potete vedere da quest'immagine.
Per finire il lavoro io normalmente immergo l'oggetto in vasellina, allo scopo di uniformare i colori e rendere più lucenti eventuali dorature. Dopo il bagno bisogna attendere che si asciughi fino a quando non unge più le mani, a volte occorrono giorni.
Dopo questa fase potete lucidare il tutto con della cera microcristallina. La trovate in ferramenta e nei negozi che si occupano di restauro.
Vi lascio il link per quella più rinomata, usata dai restauratori, la Reinassance.
Si spalma un sottile strato con le mani o aiutandosi con un panno, poi si lascia asciugare fino a quando l'oggetto diventa opaco e infine si lucida utilizzando una spazzola da lucidatura. Io normalmente uso il dremel con un disco di panno.
Questo è il risultato finale.
Ecco i prodotti che uso normalmente per questi lavori