lunedì 28 novembre 2016

Alluvione 2016 Val Corsaglia e Mondovì

Questo week-end, terminata l'allerta meteo post alluvione del 24 novembre, ho fatto un giro per documentare e mettere in archivio qualche foto dei danni causati dalle acque.
Questa volta l'esperienza ha insegnato ed i lavori svolti dopo l'alluvione del 1994 hanno dato i suoi frutti.
Nonostante i dati Arpa confermino che è scesa più acqua della scorsa alluvione non si sono registrate vittime e quindi bisogna ritenersi, da un lato fortunati perché tutto è andato liscio e dall'altro soddisfatti perché significa che chi si occupa di queste cose, cioè amministrazioni comunali, province, regione, protezione civile, vigili del fuoco e forze dell'ordine hanno lavorato bene.
In questi giorni si è vista una discesa in massa di gente comune per aiutare chi aveva bisogno e anche questo non può fare altro che piacere.
Nel monregalese siamo stati fortunati e non si sono registrati grossi danni, in altre zone del Piemonte e Liguria le cose non sono andate così. Alcuni paesi diventeranno probabilmente fantasma dopo le frane che li hanno interessati.
Le immagini che trovate sotto sono state tutte ottenute con la Canon 6d e il 24-105 del kit.

Come sempre trovate le mie foto in alta risoluzione sui miei profili flickr e 500px

Prima di andare avanti vi chiederei, dato che tutto quello che faccio è per passione, se poteste gentilmente fare qualche click sulle pubblicità a destra o sotto. Si aprirà una pagina di sponsor, a voi non costa niente e non ci sono virus essendo tutte pubblicità di google, poi potete richiuderla. In tasca mi viene qualche centesimo e mi copre quelle poche spese di dominio e sito internet. Grazie mille davvero.
Due vedute di Mondovì, dopo la piena dell'Ellero.

ponte mondovì alluvione 2016

ponte mondovì alluvione 2016

Uno splendido Caco impassibile che ammira il suo paesaggio in Val Corsaglia, sullo sfondo Montaldo.

caco panorama montaldo val corsaglia

Frazione Oberti in Val Corsaglia, purtroppo questa strada temo rimarrà interrotta per molto tempo.

frazione oberti val corsaglia alluvione frana 2016

Questa lamiera con la scritta Frabusè (Frabosani) rappresenta bene la forza e la grinta di queste popolazioni. 

frazione oberti val corsaglia alluvione frana 2016 frabosano frabusè

Qui siamo a San Michele Mondovì in zona impianti sportivi, nel '94 li aveva praticamente spianati, questa volta ha accumulato molta legna e cambiato il corso del fiume.

san michele mondovì alluvione 2016 corsaglia

san michele mondovì alluvione 2016 corsaglia

san michele mondovì alluvione 2016 corsaglia

Mi sono spostato in Val Corsaglia, qui abbiamo i danni più pesanti, il fiume ha portato via una bella fetta della fondovalle che va da Torre Mondovì a Corsagliola.

san michele mondovì fondovalle corsagliola  alluvione 2016 corsaglia

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This weekend, once the weather post flood alert of 24 November, I made a trip to document and put on file some photos of the damage caused by water. This time the experience has taught and the work carried out after the flood of 1994 have borne fruit. Despite Harp confirming data that has dropped more water last flood there were no victims and therefore must be considered, by a lucky side because everything went smoothly and the other satisfied because it means that those who deal with these things, that municipalities , provinces, region, civil defense, firefighters and police worked well. These days it saw a drop in the mass of ordinary people to help those in need, and this too can not help but enjoy. In monregalese we were lucky and there were no major damage, in other areas of Piedmont and Liguria things did not go well. Some countries are likely to become ghost after landslides that have affected them. The pictures you find below were all obtained with the Canon 6d and 24-105 kit.

giovedì 24 novembre 2016

Era una notte che pioveva e che tirava un forte vento.... alluvione 2016 Piemonte

Quante volte mi sono addormentato con le note di questa canzone nelle braccia di mia madre, dal suono così malinconico, inventata dagli alpini di vedetta durante la prima guerra mondiale.
Stanotte invece non dormivo...sentivo la pioggia battente sul tetto e pensavo che circa 22 anni fa, a novembre del 1994 stava succedendo la stessa cosa.
All'epoca avevo poco più di 10 anni e quel pomeriggio io ed un mio amico che oggi non c'è più stavamo giocando coi trasformer.
Chiamò sua mamma tutta preoccupata dicendo di andare a casa in fretta perchè stava scendendo il diluvio universale e anche solo attraversare la strada era diventato impossibile.
Noi eravamo bambini e anche un'alluvione ci pareva una cosa interessante, da guardare, da andare a curiosare, per un certo verso bella.
Nei giorni a seguire abbiamo girovagato un po' ovunque, con la nostra bicicletta, lungo il corso del Corsaglia, del Casotto, dell'Ellero e del Tanaro a vedere i disastri che aveva combinato.
Incredibile vedere cosa fosse stata in grado di fare l'acqua, visto con gli occhi di un bambino tutto sembrava ancora più enorme e impossibile.
Oggi sta risuccedendo la stessa cosa.
Speriamo non faccia i danni del '94 e che l'emergenza rientri in fretta.

Potete tenere sott'occhio la situazione del Tanaro a Ceva su questa Webcam del CFP Cebano Monregalese.

http://www.cfpcemon.it/webcam-meteo


webcam ceva web cam alluvione 2016 ceva cfpcemon cfp cebano monregalese


Vi lascio con la canzone alpina che ho citato nel titolo e un immagine catturata da un cebano che dice più di mille parole.


caserma forestale ceva alluvione 2016 tanaro



mercoledì 9 novembre 2016

Un'antica impronta al Belvedere

Fila!!! Va Via!!!
Pinin urla a Dic, un bastardino bianco e marrone.
Pinin è un ragazzoto sulla ventina, l'età giusta non la sa nemmeno lui, in quel tempo non si usa contare gli anni. Purtroppo è l'ultimo di 11 fratelli e la sua famiglia non ha abbastanza terra da lavorare e coltivare, così è dovuto andare in città per guadagnarsi da vivere. Arriva da Roburento, un piccolo paese di metà montagna del basso Piemonte.
Nei paeselli di montagna la gente fa la fame se il raccolto non va bene, le castagne non sono ancora arrivate e nemmeno le patate o il mais, verranno importati solo tra qualche secolo. Tutta la dieta si basa su cereali poveri e robusti come la segale e il grano saraceno, la frutta e la verdura. Fortunatamente il rio da cui il paese prende il nome, il Roburentello,  è ricco di trote e gamberi, la selvaggina non manca, ma in quest'epoca si ha paura ad aggirarsi per troppo tempo nei boschi, ci sono le Masche e solo il nominarle può portare problemi.
Pinin è un ragazzo sveglio forse la monotonia del lavoro lo sta un po' turbando, a volte pare con la testa altrove. Probabilmente pensa ai suoi monti, ai suoi 7 fratelli, le 3 sorelle e alla mamma. Col papà non ha un gran rapporto, è molto burbero, ma in fondo gli vuole un gran bene. In quel tempo la famiglia è basata su uno schema strettamente patriarcale, di conseguenza gli uomini si devono comportare da duri e mostrare affetto ai figli non è cosa ben vista. Anzi, si crede faccia addirittura male alla prole.
Il suo lavoro dura dodici quattordici ore al giorno, deve rigirare i mattoni sul grande spiazzo adiacente il forno per farli asciugarli al sole. Una volta asciutti li dovrà impilare nel forno, avendo cura di lasciare il giusto spazio tra una fila e l'altra in modo che il calore possa avvolgerli in maniera uniforme. Se i mattoni non sono asciutti al punto giusto il calore farà dilatare l'acqua in eccesso al loro interno e i mattoni usciranno rotti, lui non riceverà la paga della settimana. 
Dic è di piccola taglia e ha umili origini ma ha una spiccata intelligenza e curiosità.
E' sempre vissuto nei dintorni della fornace di mattoni, forse va a dormire in qualche cascinotta vicina al Bricchetto dove ruba anche un tizzone di pane, ma per il resto del tempo è sempre in giro. Elemosina un po' di cibo da tutti quelli che incontra e alla fornace sa benissimo gli orari dei vari addetti. Lo hanno addirittura visto una volta a messa in Sant'Andrea a Mondovì piazza. E' la chiesa posta sul punto più alto della città, da li si può ammirare tutta la pianura fino al Monviso, quando il cielo è terso si vede anche il Monte Bianco e il Monte Rosa. La chiesa è bellissima, ha pianta a croce latina con tre navate. Purtroppo nei secoli a venire verrà abbandonata e pian piano smantellata perchè gli abitanti del colle del Belvedere si sposteranno in basso nella piana che prenderà il nome di Carassone, resisterà invece il suo campanile quella che per tutti i monregalesi è la Torre Civica del Belvedere.
Siamo a cavallo tra il 1200 e il 1300, nella piccola città di Mondovì si sta costruendo un campanile maestoso per la chiesa di Sant'Andrea che al momento ne ha uno troppo piccolo per poter essere visto e sentito da tutti gli abitanti che lavorano nei colli circostanti.
Siccome sarà il più grande che si sia mai visto da queste parti tutte le fornaci di mattoni stanno producendo senza sosta per soddisfare la richiesta. In particolare quella che per comodità ne produrrà di più è dove lavorano Dic e Pinin.
Pinin a volte lo odia il cagnolino furbetto, tutte le volte che mette i mattoni al sole, quando sono ancora morbidi ci scorrazza in mezzo, il più delle volte li evita sembra quasi che ci giochi, ma a volte una zampa gli scappa e rimane impressa l'impronta.
Per carità nulla di grave, ma se il padrone se ne accorge Pinin passerà una brutta mezz'ora di ramanzina, in questo stato ormai i mattoni non possono più essere rimodellati quindi se il mattone non si è storto verrà cotto con l'impronta di Dic.
Il mattone viene cotto e venduto alla fabbrica che sta costruendo il campanile, Dic e Pinin non lo vedranno mai più e se ne perderanno le tracce. 
Forse l'operaio di turno lo scartò non giudicandolo adatto per la costruzione del Belvedere e lo mise tra i materiali di recupero. Qualche tempo dopo un altro operaio, stufo di vedere una falla nel muro che portava al cantiere, lo utilizzò per ripararla.

Ed è così che a distanza di 700 anni lungo la stradina che porta al Belvedere, ancora oggi, fissato in un muro, c'è il mattone con l'impronta di Dic.

Sarà solo un piccolo racconto inventato una sera d'inverno, ma a volte un piccolo segno dal passato ci può far vivere qualche minuto spensierato.

Sperando di non avervi annoiato troppo ecco l'impronta.

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La Torre Civica del Belvedere





Row!!! Go away!!! Pinin screams in Dic, a brown and white mongrel. Pinin is a boy in his twenties, the right age do not even know him, at that time is not used to count the years.

Unfortunately is the last of 11 brothers and his family does not have enough land to work and cultivate, so it had to go to town to make a living. It comes from Roburento, a small town in mid-mountain in the southern Piedmont.

In the mountain villages in the people suffer hunger if the harvest is not good, the chestnuts have not yet arrived, and even potatoes or corn, only a few centuries will be imported. Any diet is based on poor cereals and robust as rye and buckwheat, fruits and vegetables. Fortunately the river from which the town takes its name, Roburentello, is rich in trout and crayfish, venison is not lacking, but at this time we are afraid to wander too long in the woods, there are Masche and only name them it can lead to problems.

Pinin is a cute boy perhaps the monotony of work it is a bit 'disturbing, sometimes it seems to head elsewhere. Probably he thinks about his mountain, his 7 brothers and 3 sisters and mothers. With dad does not have a great relationship, it is very gruff, but he wants a lot of good. At that time the family is based on a strictly patriarchal system, therefore men should behave as hard and show affection to their children is not something well seen. Indeed, it is believed even hurt to offspring.

Its takes twelve to fourteen hours a day job, must turn over the bricks on the large open space adjacent to the oven to dry them in the sun. Once dry will have to stack them in the oven, taking care to leave the right space between a row and the other so that heat can wrap them in a uniform manner. If the bricks are not dry at the right point, the heat will dilate the excess water in them and the bricks will come out broken, he did not receive the pay of the week. Dic is small in size and has humble origins but it has a remarkable intelligence and curiosity.

Always the dog lives in the area of ​​brick kiln, maybe he goes to sleep somewhere close to Cascinotta Bricchetto which also steals a brand of bread, but for the rest of the time is always around. Begging for a bit 'of food to everyone he meets, and the furnace knows the schedules of several employees. I have even seen once commissioning Sant'Andrea in Mondovi square. And 'the church placed on them by the highest of the city, you can see the point the whole plain to the Monviso, when the sky is clear you can also see the Mont Blanc and Monte Rosa. The church is beautiful, has a Latin cross with three naves. Unfortunately for centuries to come will be abandoned and gradually dismantled so that the inhabitants of the Belvedere hill will move down the plane that will take the name of Carassone, resist rather its bell tower that for all monregalesi is the Torre del Belvedere Civic.

We're riding between 1200 and 1300, in the small town of Mondovi you're building a majestic bell tower to the church of Sant'Andrea which currently has one too small to be seen and heard by all the people who work in the hills surrounding. Since you've ever seen in these parts will be the largest all brick kilns are producing tirelessly to meet the demand. Especially that which for convenience will produce the most is where they work Dic and Pinin.

Pinin sometimes hates the mischievous little dog, every time he puts the bricks in the sun, while they are still soft in the middle there running around, more often avoids them it seems that games there, but sometimes a paw and drops and remains the imprint. For heaven's sake nothing serious, but if the owner realizes it Pinin will spend a bad half hour, this was now the bricks can not be reshaped so if the brick is not wrong will be cooked with the imprint of Dic.

The brick is baked and sold the factory that is building the tower, Dic Pinin and will never see again and you will miss the traces. Perhaps the shift worker unwrapped it not judging it suitable for the construction of the Belvedere and put it between the recycled materials. Some time later another worker, sick of seeing a hole in the wall that led to the construction site, used it to repair it.

And so in 700 years along the road leading to the Belvedere, even today, set into a wall, there is a brick with the imprint of Dic. It will only be a short story invented a winter evening, but sometimes a small mark from the past can make us live a few carefree minutes. Hoping not to have bored you too here is the imprint.

martedì 1 novembre 2016

Viaggio sull'isola di Rodi

Quest'estate (2016) ho trascorso un periodo di vacanza sull'isola di Rodi, Rodos per i locali. Per la prima volta ho portato la 6d e il 24-105 del kit con me in aereo e ho smesso di trattarla come un oggetto sacro usandola a fondo.
Devo dire che si è comportata bene e non mi ha tradito anche se era la prima volta che la usavo seriamente.
L'ho trovata una buona macchina in tutto, dalla durata della batteria, che ho caricato una volta in una settimana, alla qualità delle immagini sia in carenza di luce che in pieno sole. In totale ho scattato circa 1500 foto.
Ho sempre usato il raw ed ho elaborato il tutto con Lightroom. Non ho praticamente usato Photoshop questa volta.

Come sempre prima di andare avanti vi chiederei, dato che tutto quello che faccio è per passione, se poteste gentilmente fare qualche click sulle pubblicità a destra o sotto. Si aprirà una pagina di sponsor, a voi non costa niente e non ci sono virus essendo tutte pubblicità di google, poi potete richiuderla. In tasca mi viene qualche centesimo e mi copre quelle poche spese di dominio e sito internet. Grazie mille davvero.

Parlando dell'isola devo dire che è una località prettamente turistica e pare incredibile come, con un territorio così piccolo, si riesca a guadagnare dal turismo; si parla di più di 30 milioni di permanenze per almeno una notte in un anno. Cifre da capogiro, se pensiamo che a confronto in Italia abbiamo di tutto e di più dal mare ai musei agli scorci panoramici e non riusciamo a vivere di quello.
Lasciando perdere queste riflessioni posso dire che sull'isola si trova un po' di tutto, bel mare, belle zone naturalistiche e belle zone storiche con siti archeologici e musei ben curati.
Nonostante la crisi greca la gente mi è sembrata molto cordiale coi turisti, i greci sono molto simili a noi italiani, inoltre si nota ancora l'impronta coloniale italiana di inizio xx secolo.

Gli alberghi, anche confrontandomi coi compagni di volo/viaggio, sono tutti simili, i classici mega hotel da 500 camere con cucina stile villaggio turistico bevande annacquate ecc ecc... nulla di eccezionale insomma. Se vi aspettate di andare in un vero 4 o 5 stelle cambiate subito idea, tutto si paga dall'accesso alla spiaggia al wi-fi. E' anche vero che la spesa per una settimana all-inclusive per una persona è pari a quanto si spenderebbe solo per il viaggio in Sardegna nei mesi di punta.

E' un'isola ricca di storia, data la sua posizione fu per secoli l'avanguardia della cristianità, era l'ultima terra sotto il dominio di Roma a solo 17 km in linea d'aria dalla Turchia. Inoltre era tappa forzata di tutte le navi che attraversavano il mediterraneo essendo una delle poche isole del Dodecanneso ad avere acqua dolce tutto l'anno. Ancora oggi molte crociere vi fanno meta per riempire le cisterne di acqua potabile. Nel medio evo fu governata dai Cavalieri Ospitalieri che difendevano il Cristianesimo e aiutavano i crociati a raggiungere Gerusalemme. Andando più indietro è stata terra delle antiche città stato greche di cui ancora oggi si possono visitare le acropoli. Nell'ultimo secolo fu annessa e governata dall'Italia dopo la guerra Italo-Turca nel 1912, per tutto il periodo fascista venne colonizzata da abitanti italiani a cui veniva donato un pezzo di terra ed una casa dal classico stile delle campagne meridionali. Vittorio Emanuele III ricostruì molti monumenti e lo stemma dei Savoia non è difficile da incontrare girando per la capitale.

Se proprio dovessi trovare un difetto è il caldo, si raggiungevano tranquillamente i 35° gradi all'ombra e dormire senza condizionatore sarebbe stato impossibile.

Ma veniamo a qualche foto.

Come sempre sono disponibili in alta risoluzione sui miei profili flickr e 500px.

Cominciamo con qualche foto di Rodi città, le sue mura e il suo mare.

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Qui faceva bella mostra di se una delle sette meraviglie del mondo, il famoso Colosso di Rodi.

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I tre mulini del porto di Rodi

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Le antiche mura medievali rimaneggiate negli anni dalle varie colonizzazioni che ha subito l'isola.

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Uno dei prodotti tipici, le spugne.

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All'interno del Palazzo del Gran Maestro.

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Palle in pietra da catapulta greche, i simboli ne indicano il peso.

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Il mare sulla costa ovest, sempre mosso, sullo sfondo la Turchia.

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L'edificio più a nord dell'isola dal classico stile italiano, oggi sede di un acquario. Subito oltre si uniscono il mar Egeo e il mar Mediterraneo.

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Una chiesa protestante.

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Il sito archeologico di Kamiros, una delle tre città stato scoperta solo il secolo scorso.

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La particolarissima valle delle farfalle,
Nei mesi caldi, le uniche zone umide in cui le farfalle possono trovare refrigerio su tutta l'isola diventano molto ristrette. In questa valle si radunano tutte le farfalle dell'isola per superare il momento più caldo dell'anno, subito dopo migreranno nuovamente nei luoghi in cui sono nate per creare una nuova generazione.
Interessante anche la numerosa presenza di granchi di acqua dolce che aspettano di banchettare con le farfalle che cadono in acqua.

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Lindos e la sua acropoli

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Questa foto invece è interessante perché fa vedere di quanto il livello del mare si è abbassato negli anni. In realtà non è il mare che si è abbassato, ma l'isola che si è inclinata, il lato esposto a est è salito rispetto al mare, mentre l'altro si è inabissato.

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This summer (2016) I spent a holiday on the island of Rhodes, Rodos for locals. For the first time I brought the 6d and 24-105 kit with me on the plane and I stopped to treat it as a sacred object use its full power. I must say I felt good and did not let me down even though it was the first time I used it seriously. I found a good car in all, the battery life, I uploaded once in a week, the quality of images in both the lack of light in bright sunlight. In total I took about 1500 photos. I always used the B and I worked all with Lightroom. I have scarcely used Photoshop this time.

Speaking of the island I have to say that it is a purely tourist town and it seems amazing how, with such a small area, you will be able to earn from tourism; It talks about more than 30 million stays for at least one night in a year. Astonishing figures, if we think that compared to Italy we have everything and more from the sea to the museums to panoramic views and we can not live on that. Leaving aside these reflections can tell you that the island is a bit 'of everything, beautiful sea, beautiful nature and beautiful historic areas areas with archaeological sites and museums manicured. Despite the Greek crisis the people seemed very friendly with tourists, the Greeks are very similar to us Italians, also is known yet the Italian colonial imprint of early twentieth century. Hotels, even comparing them with the flight / travel companions are all similar, the classic mega hotel with 500 rooms resort-style cuisine drinks watered down etc etc ... nothing short of exceptional. If you expect to go to a real 4 or 5 star changed immediately idea, all you pay to the beach from access to wi-fi. it is also true that spending a week all inclusive for one person is equal to what you would spend only for the trip to Sardinia in the peak months.

is an island rich in history, given its location was for centuries the vanguard of Christianity, it was the last land under the rule of Rome only 17 km as the crow flies from Turkey. It was also forced to stop all ships crossing the Mediterranean being one of the few islands of the Dodecanese to have fresh water all year. Even today many cruises make you goal to fill the tanks of drinking water. In the Middle Ages it was ruled by the Knights Hospitaller who defended Christianity and helped the Crusaders reached Jerusalem. Going further back it can be been a land of the ancient Greek city states which still visit the Acropolis. In the last century it was annexed and governed by Italy since the Italo-Turkish War in 1912, throughout the fascist period was colonized by Italian residents who were given a piece of land and a house from the classic style of the southern countryside. Vittorio Emanuele III rebuilt many monuments and the Savoy coat of arms is not hard to come by turning to the capital. If I had to find fault it is hot, you quietly reached 35 degrees in the shade and sleep without air conditioning would have been impossible.