lunedì 28 aprile 2014

Battaglia di Valcasotto - Panorama da Frassanea

In questo lungo ponte del 25 aprile mi sono dedicato un giorno a visitare le borgate nei dintorni di Valcasotto che non avevo ancora visitato.
Valcasotto è un piccolo abitato dell'omonima valle e fu teatro tra il 13 e il 17 marzo del 1944 di una battaglia tra le truppe tedesche e i ribelli partigiani che si erano raccolti in quelle montagne. Il tutto avvenne all'interno di una più vasta operazione di lotta alla resistenza organizzata dalla Wermacht, dalla Luftwaffe e da reparti della RSI in tutte le valli alpine piemontesi di cui fece parte anche la battaglia di Pasqua della Val Ellero.
Per chi volesse saperne di più consiglio di leggere gli appunti dell'allora parroco di Pamparato Don Emidio Ferraris che potete recuperare qui:

http://comune.pamparato.cn.it/territorio_valcasotto

In particolare volevo visitare l'abitato di Frassanea avendo letto pochi giorni fa la testimonianza di Carlo Dalmasso classe 1925 apparsa su Provincia Granda (storico giornale locale) che vi riporto:


«In quel periodo facevo parte della Raf, la "volante mobile" di Pamparato (dovevamo procurare munizioni e vestiario), ma il 13 marzo, un lunedì, giorno dell'attacco tedesco, il mio distaccamento, comandato da Italo Corderò, era stato mandato verso Serra. Dopo aver combattuto per qualche ora, al pomeriggio tornammo a Tagliante». Ma era solo l'inizio. «Alla sera Mauri (il comandante Enrico Martini, ndr) ci ordinò di partire all'alba, passare lungo il costone e andare a prendere alle spalle i tedeschi che volevano salire verso la frazione Valcasotto. Ci fermammo alla Frassanea, un gruppo di rocce a poche centinaia di metri dalla strada, che era abbastanza stretta per la neve ai lati. Eravamo una decina, quasi tutti di Mondovì, con tre fucili mitragliatori e i moschetti, niente di più. Riuscimmo a colpire la prima autoblindo della colonna e così cominciammo il "tiro a segno". Ne abbiamo fatti fuori tanti. È brutto da dirsi, ma quella era guerra. In dieci li bloccammo tutto il giorno. Ci spararono tanti di quei colpi di mortaio che le rocce attorno a noi furono sgretolate. Ma ne uscimmo senza un graffio. Solo verso sera, quando capirono che non riuscivano a proseguire, i Tedeschi mandarono una squadra di sciatori a sorprenderci alle spalle. Gli uomini di Mauri furono costretti a dividersi in piccoli gruppi e disperdersi.
Riuscii a tornare a casa a Mondovì la domenica sera, il 19 Marzo. Non mangiavo da 8 giorni, mia madre mi riconobbe solo dalla voce. A diciotto anni fu veramente il battesimo del fuoco. Andare nei repubblichini sarebbe stato più facile ma scelsi la strada che mi sembrava più giusta. A distanza di settant'anni ne sono ancora convinto.»

Questa la visuale a 180 gradi che dovevano avere i ribelli durante quei tragici momenti dalle rocche di Frassanea. Come potete vedere siamo davvero una posizione strategica a picco sulla via sottostante quindi i tedeschi credo passarono momenti non proprio simpatici con 10 partigiani che gli sparavano sulla testa. A sinistra vedete l'imbocco della valle verso Pamparato, sulla destra l'abitato di Valcasotto. Non visibile l'abitato di Tagliante subito a destra, poi la valle prosegue col Castello di Casotto, la Correria, cascina Biula e il Baraccone e la Colla di Casotto che comunica con la Val Tanaro tutti luoghi interessati dagli scontri.
L'immagine è stata ottenuta unendo 4 scatti verticali da 20 Mpx l'uno.

(click per ingrandire)

Panorama Valcasotto 180° da Frassanea

La stessa foto la trovate in piena risoluzione sul mio profilo flickr al seguente link.

https://www.flickr.com/photos/claudio82clod/14059613733/sizes/l

Qui invece alcuni scatti delle case ormai diroccate della vicina borgata scattate con il fedele Sony Xperia Z1dove probabilmente alloggiarono anche i ribelli per qualche tempo.





Dove ho lasciato la macchina ho anche avuto un veloce incontro con una vipera che se l'è data a gambe alla velocità della luce.




sabato 19 aprile 2014

Uno scatto al volo col Sony Xperia Z1

Ieri ero a spasso per boschi e come sempre ho fatto qualche foto a quello che mi capitava col mio Sony di cui avevo fatto una prova subacquea qui:

http://storieefoto.blogspot.it/2014/02/recensione-sony-xperia-z1.html

Arrivato a casa non pensavo di aver fatto nulla di che, ma quando ho guardato questa foto sul pc ho capito che ormai l'evoluzione di questi smartphone è arrivata a punti che mai ci saremmo immaginati.
Mi sembra ieri quando, parlando col mio fotografo di fiducia davanti alle prime fotocamere digitali, si diceva che non avrebbero avuto successo e che sarebbero state appetibili quando la risoluzione dei sensori fosse arrivata ai 18 Mpx per avere una risoluzione di stampa paragonabile alla pellicola 24 x 36 mm.
Bene oggi 18 Mpx ce li ha anche un cellulare, il sony Xperia z1 ha 20 Megapixel per l'esattezza.

Questa la foto originale, scaricata e postata quindi ha agito solo il software del telefono che ho lasciato in auto. Ricordo che è stata scattata in un bosco quindi all'ombra e a mano libera.
I dati di scatto recitano Focal Lenght 4,9 mm - Image size 5248 x 3936 - ISO 50 - f 2.0 - 1/250 sec

foto sony xperia z1 macro bruco

Questo un crop al 100 % come potete vedere si nota un po' di rumore e un po' di artefatto jpg i dettagli però sono abbastanza belli.

foto sony xperia z1 macro bruco 100%

Con un po' di photoshop si potrebbe tranquillamente ottenere un'immagine degna di stampa come la sottostante dove ho sistemato i toni (livelli), corretto luminosità e contrasto e aumentato un pelo la saturazione.

foto sony xperia z1 macro bruco

Vi aggiungo ancora questo scatto sempre fatto a mano libera per farvi vedere anche la resa alle basse luci.

foto sony xperia z1 macro lucertola mangia lombrico

Crop al 100%


Naturalmente resta uno smartphone e il sony xperia z1 non può essere paragonato ad una reflex, ma con una compatta il divario diminuisce e secondo me come velocità, tempo di risposta, messa a fuoco e gestione delle immagini se la gioca. 
E' un ottimo strumento per poter fare scatti documentativi e video. 
Se devo fare una previsione credo che le compatte andranno sparendo nel breve periodo mentre per le reflex vedremo...



martedì 15 aprile 2014

Medaglia commemorativa della 9° Armata della Campagna di Grecia e Jugoslavia

Stasera su storie e foto volevo mostrarvi l'ultimo mio acquisto.
Anche se non è una medaglia molto ricercata mi completa il quadretto dei distintivi romboidali di questa discussione essendo inerente al fronte balcanico.

http://storieefoto.blogspot.it/2014/03/trio-del-distintivo-della-campagna.html

Si tratta della medaglia della nona armata per la campagna di Grecia e Jugoslavia 28 Ottobre 1940 23 Aprile 1941 XIX come si può intuire dalle scritte sul fronte.
Sul retro invece reca le scritte Mik Me Krye Me Bese e Burrni che significa Amico Fino al Sacrificio con Fede e Coraggio.

Se ne conoscono di diverse versioni, in bronzo come questa, in zama, zama bronzata (più rara) e in argento, ne esistono anche versioni più grandi non portabili senza anello da usare come fermacarte.
Non essendo una medaglia ufficiale si crede non esista un diploma di conferimento, probabilmente veniva consegnata senza nessuna cerimonia o comprata direttamente dai militari.

Questa ha anche il nastrino originale che molto sovente viene scambiato con quelle di altre medaglie. In questo caso i colori sono sbiaditi specialmente il verde come potete vedere, ma questo è un indice di originalità, quindi va bene così. I colori in origine dovevano essere al centro il tricolore, attorniato da una striscia blu per parte e poi da una striscia rossa su un lato e arancio sull'altro.

L'incisore di questa medaglia commemorativa della 9 armata fu Mario Nelli.

La si trova a prezzi molto vari e molte volte, a mio modesto parere, troppo alti anche perché quasi sempre il nastrino non è quello originale, io l'ho pagata una quarantina di euro in condizioni ottime col nastrino sbiadito ma originale.